L’accordo nazionale siglato tra il Ministero della Salute e la FIMMG “dispone” il coinvolgimento dei medici di medicina generale nel rafforzamento dell’attività dei Dipartimenti di Sanità Pubblica esclusivamente per l’effettuazione dei tamponi antigenici rapidi e solo per il periodo dell’epidemia influenzale sul territorio nazionale. Per l’effettuazione di tali test, è previsto l’accesso su prenotazione e previo triage telefonico di concerto e in collaborazione con i Dipartimenti di Sanità Pubblica/Igiene e Prevenzione.
Le Regioni possono prevedere anche il coinvolgimento dei medici di continuità Assistenziale, dell’emergenza sanitaria e della medicina dei servizi.
Le Regioni organizzano, concordando con le rappresentative sindacali dei medici, l’esecuzione di tali tamponi nelle sedi messe a disposizioni dalle Aziende/Agenzie, incluse strutture mobili e fisse messe a disposizione dalla Protezione Civile, dal Comune, ovvero da forme organizzative complesse (UCCP, NCP).
Per quanto riguarda l’esecuzione dei tamponi a domicilio, essa può essere prevista dalle Regioni in accordo con le rappresentanze sindacali solo in forza delle disponibilità rilevate e non come obbligo.
Tale attività deve essere svolta nel rispetto delle indicazioni di sicurezza e di tutela degli operatori e dei pazienti, definite dagli organi di sanità pubblica, e non può essere svolta in assenza dei necessari dispositivi di protezione individuale (DPI), senza i quali il medico non è tenuto in ogni caso a prestare la propria attività.
Pertanto le polemiche che si sono create in questi giorni, frutto di una comunicazione lacunosa su diversi fronti, sono del tutto ingiustificate e inutili.
La Regione, le ASL e i rappresentanti dei medici di medicina generale devono mettersi d’accordo sulle modalità di esecuzione di tale servizio – di concerto con la Protezione civile nei Comuni – garantendo la sicurezza sia degli operatori che dei cittadini. (Ercole Core)