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Martinsicuro, tigli via Risorgimento: pronto l’abbattimento. La lettera del comitato

Martinsicuro. I tigli che ancora costeggiano via Risorgimento (primo tratto della 259), sono stati marchiati con dei numeri che lasciano presagire che, a breve, l’Anas provvederà ad abbattere altri alberi.

 

Il comitato per la riqualificazione del viale, che si era battuto negli anni precedenti per stoppare l’abbattimento dei tigli, torn a far sentire la propria voce.

E lo fa con una lettera aperta.

Aggressione al parco dei tigli Via risorgimento

 

Ancora una volta spiace rilevare come l’unica azione “importante” per gli Enti coinvolti nella gestione dell’area di Via Risorgimento di Martinsicuro, già definita “Porta della Val Vibrata”, sia l’ostinata volontà di abbattere il parco secolare dei Tigli posto sotto le normative di tutela ambientale vigenti e vera risorsa naturale della comunità cittadina e di vallata.

 

Quello che è un valore verde assoluto per il nostro territorio, sembra essere oggetto di ossessioni incomprensibili e di disattenzioni gravissime che – queste si – continuano a mettere a repentaglio la sicurezza pubblica, il decoro cittadino, la salute ambientale.

 

Nel 2019, dopo un lungo braccio di ferro tra Comitato di Via Risorgimento, Anas, amministrazioni comunali locali e Regione Abruzzo, si era chiarito definitivamente che il Parco dei Tigli era e sarebbe continuato ad essere un valore della Val Vibrata da preservare e valorizzare seguendo il buon senso e le normative vigenti. In particolare si era esplicitata la necessità di una vasta opera di recupero urbanistico necessaria sulla bretella tra le due rotatorie e nell’area circostante che insieme rappresentano la porta d’ingresso della città di Martinsicuro e dell’intera vallata. La necessaria riqualificazione sarebbe dovuta partire dalla manutenzione del parco dei Tigli (sempre negata dai soggetti gestori dell’area, in particolare modo riguardo alle urgenti e necessarie potature) fino ad arrivare ad una azione di bonifica e ripristino di tutto il comprensorio urbano ammalorato da indicibili condizioni di degrado.

 

Nonostante i sindaci abbiano mostrato in quella occasione piena consapevolezza riguardo il grave stato di abbandono al quale Via Risorgimento ed il comprensorio circostante venivano colpevolmente relegati, nonostante la nostra successiva comunicazione agli Enti abbia segnalato nei mesi a venire  l’ulteriore carenza di manutenzione del parco e la necessità di provvedere ad una immediata potatura degli alberi, nulla è accaduto.

Si è proceduto dal 2019 ad oggi in una condizione di inesplicabile disinteresse che ha condotto infine al peggioramento della situazione.

 

Nell’area permangono ad oggi:

 

una discarica di rifiuti abusiva, vergognosa manifestazione di degrado urbano, che mette in pericolo la salute dei residenti e di quanti fruiscono giornalmente dei luoghi commerciali presenti;

 

una serie di criticità ed inefficienze mai risolte sull’asse viario;

 

due casini ottocenteschi pericolanti che mettono a rischio l’incolumità pubblica;

 

un depuratore in totale stato di abbandono del quale non si affrontano in alcuna sede i dovuti programmi di smantellamento e di riconversione.

 

Nonostante tali gravi condizioni per i nostri governanti il vero e più sentito problema è rappresentato dalla presenza di alberi secolari che andrebbero urgentemente abbattuti. Ripetiamo abbattuti e non posti sotto la necessaria manutenzione ed opera di preservazione.

 

Molti ricorderanno anche che nel 2019 venne inferta una prima profonda ferita al parco secolare dei Tigli con l’abbattimento di 9 esemplari sani, senza che vi fossero i permessi necessari e senza che fosse autorizzato il cantiere nell’area protetta.

 

Per quell’abbattimento non autorizzato l’amministrazione comunale di Martinsicuro non chiese a nome della comunità cittadina il dovuto risarcimento e neppure venne richiesta la ripiantumazione degli esemplari sacrificati ingiustamente dal gestore Anas. Un fatto grave.

 

Ancora più fragile fu la motivazione con la quale si giustificavano in quei giorni gli abbattimenti nell’area protetta di Via Risorgimento. Si additavano gli alberi quale  forma di pericolo per il traffico veicolare. Tuttavia proprio tale area viene considerata tuttora nei report della Polizia Stradale zona priva di rischi e scevra da medie significative o allarmanti riguardo gli incidenti automobilistici.

 

In verità gli unici  gravi rischi emersi per la viabilità del territorio comunale di Martinsicuro ad oggi sono determinati non dai Tigli di Via Risorgimento ma certamente dalle nuove rotatorie istallate poco lontano sulla statale, le quali hanno fatto collassare il quotidiano traffico pendolare ed hanno causato, queste si, decine e decine di incidenti ed infortuni agli automobilisti. Motivo per cui l’amministrazione dovrà probabilmente provvedere a sue spese alla rimozione degli ingombri.

 

 

 

E dunque appare ora improponibile il continuare a considerare  il “pericolo pubblico numero 1”  del territorio proprio il parco secolare dei Tigli mentre nulla viene detto sulla grave negligenza con la quale si gestiscono o addirittura si ignorano situazioni decisamente sconcertanti presenti sul nostro territorio e sotto gli occhi di tutti.

 

Pertanto il Comitato intende aprire ancora una volta un focus approfondito sulla questione assieme a molti cittadini sensibili alla vicenda. Appare necessario porre una serie di riflessioni sulle condizione di degrado urbano e ambientale, sull’inquinamento, sui rischi per la salute pubblica  e sulla mancanza di gestione che  permane colpevolmente  nell’area di Via Risorgimento.

 

Per tale motivo è stata già inviata agli Enti preposti una richiesta di accesso agli atti per conoscere con quali motivazioni ancora una volta si tenti di sopprimere il parco arboreo secolare di Via Risorgimento che rappresenta un valore unico per tutti i vibratiani ed i martinsicuresi in particolare.

 

A pagare per la carenza delle gestioni, per la vacuità degli atteggiamenti amministrativi  non possono essere gli alberi ma certamente coloro i quali continuano a favorire con condotte discutibili l’aggravio delle condizioni di disagio territoriale.