E’ una chiosa di Concetto Di Francesco, presidente del comitato “antenne sicure” di Martinsicuro.
L’analisi di Di Francesco segue di qualche giorno il vertice in Comune, dove l’amministrazione civica ha illustrato ai presidenti dei comitati di quartiere, e allo stesso comitato civico, le caratteristiche dello studio commissionato dall’Ente che ha consentito di fotografare la situazione attuale e di dotarsi di un piano urbanistico tematico, proprio per quanto concerne l’installazione di antenne e ripetitori, sul territorio cittadino.
“Calende greche” burocratiche, disattenzioni e errori di comunicazione tra gli uffici preposti e l’amministrazione comunale hanno permesso in pieno lockdown, (speriamo in buona fede) lo scempio di via delle Messi”, si legge ancora nella nota. “Abbiamo assistito ad un vera e propria confusione di termini che vanno dall’adeguamento alla sostituzione, fino all’istallazione e realizzazione di un nuovo palo più grande e più alto del precedente che di fatto potrebbe essere benissimo una predisposizione alla tecnologia 5G.
Su questo aspetto la delibera di consiglio comunale che vieta la tecnologia 5G sul nostro territorio può fare ben poco davanti ad una futura ed eventuale direttiva nazionale, anzi ci sembra che l’orientamento governativo sia proprio quello di favorire in tutti i modi la diffusione del 5G. Per questo chiediamo che sul piano antenne vengano inseriti tutti gli accorgimenti necessari per impedire la realizzazione del 5G e l’esposizione eccessiva ai campi elettromagnetici del nostro territorio, salvaguardando il bene più prezioso: la salute.
Piano antenne. Nel piano antenne si impedisce ad esempio la realizzazione di nuovi impianti vicino a scuole, asili, parchi pubblici e strutture sportive
“Ci chiediamo”, prosegue il presidente del comitato, ” perché non è stato ancora predisposto la traslazione dell’antenna che attualmente si trova all’interno del campo sportivo, proprio dove i nostri ragazzi e i nostri ragazzi giocano a calcio e vicinissimo al palasport comunale. Chiediamo che nelle zone destinate a nuove installazione, previste nel piano antenne, di prevedere una distanza “adeguata” e sicura rispetto alle abitazioni civili, perché anche in prima collina ci sono diverse abitazioni.
Riguardo alle segnalazione da parte di cittadini, comitati e associazioni chiediamo che le stesse abbiamo un accesso più rapido a qualsiasi tipo di documentazione inerente agli impianti in particolar modo alla tecnologia utilizzata, considerata la spropositata reazione delle compagnie telefoniche di fronte ad una nostra semplice richiesta di accesso agli atti, strumento che è previsto dalla specifica legislazione ambientale. Sosteniamo anche la proposta del “Comitato Difesa Ambiente” di prevedere il monitoraggio periodico ogni tre mesi di tutti gli impianti attraverso le autorità preposte aggiungendo che il costo di tale monitoraggio sia a totale carico delle compagnie telefoniche”.