Il giovane operaio di 32 anni di Martinsicuro (trapiantato in città da anni), morto per un malore fulminante durante una partita di calcetto. E’ stato un pomeriggio carico di dolore ed emozione quello che si è vissuto a Martinsicuro, prima nella chiesa del Sacro Cuore e poi nell’attigua piazza Cavour, dove si sono celebrati i funerali del povero Salvatore.
In tanti, tra amici, conoscenti e parenti arrivati anche dalla sua terra d’origine (Torre del Greco) hanno voluto salutare per l’ultima volta quel giovane dagli occhi vivaci e sempre sorridente. I tanti compagni delle squadre con la quali aveva giocato a calcio. E poi oltre 100 tra moto, scooter, vespe e auto sportive. Sulla bara una maglietta con la sua foto, poi all’esterno della chiesa la sua moto e uno striscione emblematico: ” il tuo sorriso era uno dei più rari e illuminava le nostre giornate”.
All’uscita del feretro dalla chiesa (le esequie sono state celebrate da don Patrizio Spina), un lungo applauso ha salutato l’ultimo viaggio di Salvatore D’Ardia, con palloncini bianchi e azzurri liberati in cielo.
Poi prima di avviarsi verso il cimitero di Martinsicuro, una sosta in piazza Cavour tra il rombo dei motori di auto e moto e una sorta di picchetto degli amici del Patatinaikos. La squadra con la quale stava disputando il torneo di calcetto a Villa Rosa fino a quella tragica domenica. Il papà Matteo ha poi acceso la moto di Sasà prima di partire per l’ultimo triste viaggio.