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Martinsicuro, ecco cosa prevede il nuovo pozzo in mare

Tra i sette decreti di Valutazione di Impatto Ambientali firmati dai Ministri Cingolani e Franceschini, uno riguarda il pozzo Donata 4 DIR nella Concessione di estrazione di gas e petrolio B.C3.AS.

 

La concessione ha quasi mezzo secolo e sarebbe già scaduta il 7 luglio 2018 se non fosse stata prorogata automaticamente oltre la scadenza da una norma voluta dal Governo Monti che ha consentito ad ENI di continuare ad estrarre anche in assenza di apposito decreto ministeriale.

Il nuovo pozzo verrà realizzato a 27 km circa al largo della costa di Martinsicuro e San Benedetto del Tronto, all’interno della concessione che già oggi ospita 5 piattaforme marine, 10 pozzi produttivi non eroganti ed 1 pozzo da cui si estrae gas che finisce alle centrali di trattamento di Pineto e Grottammare.

Il nuovo pozzo si aggiunge a numerosi altri in un’area in cui insistono di già, sia in mare sia su terra ferma, attività legate alla ricerca ed all’estrazione di gas. La situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi qualora, dopo il 30 settembre, dovessero sbloccarsi le autorizzazioni per ulteriori richieste: su tutte, quella della Spectrum Geo, in mare, e la “Corropoli” su terra ferma.

Alcuni dei rischi legati alla ripresa delle attività estrattive sono stati ben evidenziati nelle osservazioni pervenute nel luglio del 2018 al “vecchio” Ministero dell’Ambiente da Associazioni, privati cittadini ed Enti Locali (Comune Martinsicuro, ad esempio): rilascio di sostanze inquinanti in mare, verificarsi di eventi sismici indotti, subsidenza, contaminazione della vicina Area Marina Protetta del Piceno.

“Resta comunque un dato di fondo”, si legge in una nota del Coordinamento No Triv, “l’inconciliabilità tra le attività legate all’estrazione di gas e petrolio, e la tutela di un territorio le cui bellezze costituiscono motivo di richiamo per i turisti italiani e stranieri. Inoltre, la notizia di una rilancio delle estrazioni di gas a così breve distanza dalla costa non sarà certamente apprezzata dai numerosi operatori economici già provati dalla crisi determinata dalla pandemia.

I lavori di realizzazione del nuovo pozzo partiranno dopo che il Ministro dello Sviluppo Economico, Giorgetti, avrà firmato il decreto di autorizzazione. Tutto lascia pensare che ciò possa avvenire a stretto giro.

Per questo è importante che i Comuni interessati (Martinsicuro e San Benedetto del Tronto), le Provincie e le Regioni si organizzino velocemente per ricorrere al TAR contro il decreto VIA in cui non mancano certo profili di illegittimità: quello più macroscopico è che sia stato acquisito il parere della Regione Marche ma non quello della Regione Abruzzo.

Non c’è tempo da perdere in tentennamenti, lunghe mediazioni e decisioni sofferte. Il turismo e le attività economiche legate al territorio, già sfibrate dalla crisi determinata dal lock down, non hanno bisogno di essere ulteriormente penalizzate da attività con ricadute occupazionali quasi nulle e con cui sono del tutto incompatibili.

Comuni, Provincie e Regioni decidano dunque da che parte stare: non è più tempo di tenere il piede in due scarpe”.