In pratica, come sottolinea il comitato “si è deciso giocoforza di rinviare la progettazione della fascia dell’area demaniale interessata al ricorso”.
“Dopo questo secondo stralcio, non può sottacersi come anche la riqualificazione residua sia opinabile, e come in ogni caso sia stata disattesa l’esigenza primaria di condivisione con i cittadini e con gli enti ed associazioni che insistono ed operano nel territorio”, si legge in una nota.
L’assenza di condivisione ha creato un malcontento diffuso ed ha privato il Comune della ricchezza delle proposte che avrebbero potuto confluire nello studio di fattibilità dell’opera, migliorando le criticità ed evitando ulteriori inconvenienti o ricorsi.
In particolare, la prevista cancellazione della storica “Rotonda Nilo” incontra una diffusa contrarietà popolare, così come dubbi e perplessità suscitano le ipotesi di inserimento di taluni totem, obelischi e piramidi che avrebbero necessitato di ampi confronti e dibattiti con i progettisti chiamati a motivare determinate scelte estetiche ed architettoniche.
Tutto ciò non è avvenuto, ed oggi siamo arrivati a cinque mesi dalle imminenti elezioni con il Comune che è riuscito nello scontentare tutti, pur di mostrare i muscoli e palesare un decisionismo non supportato dal buon senso né dalla capacità di mediazione con tutti gli attori locali.
Una frittata che rischia di far spendere 6 milioni ai residenti, senza che si giunga ad un esito favorevole per lo sviluppo della città. Anzi all’orizzonte sembrerebbe palesarsi il peggior rischio di sempre ovvero quello di investire una montagna di soldi di un’area chiaramente dissestata e martoriata dal degrado ambientale.
Nessuna riflessione è stata aperta sulla stabilità di un’opera pubblica che dovrebbe nascere su aree urbane soggette a profonda erosione progressiva.
Un controsenso che costringerà presto o tardi a riconsiderare l’opportunità dell’investimento. L’avanzamento dell’erosione ormai espone l’opera alla furia del mare che giunge a ridosso del lungomare mettendo lo stesso a rischio di essere inondato in più punti”.
La richiesta. L’appello che arriva da Siamo Alba è quello di aprire un dibattito pubblico che possa contemperare tutti gli interessi in gioco” senza fughe in avanti che hanno già mostrato il fiato corto della maggioranza comunale, la quale si appresta ad avviare un cantiere meramente a scopi elettorali, largamente stralciato nella visione generale che avrebbe dovuto avere sin dall’inizio”.