Teramo, ecco le modalità del sondaggio deliberativo per la riqualifica dell’area adiacente al teatro romano

Nella sede del comitato di quartiere di San Berardo è stato spiegato questa mattina dall’associazione Demos come agirà il sondaggio deliberativo per la riqualifica della zona esterna del Teatro romano.

 

A spiegare l’iter del sondaggio sono stati il professore dell’Università di Teramo e membro dell’associazione Demos Carlo Di Marco e Michele Raiola, coordinatore della stessa: “I primi di ottobre faremo partire il sondaggio deliberativo, che è il primo che si svolgerà a Teramo”, ha spiegato Di Marco, “Il tavolo tecnico ha lavorato per diverso tempo e ha in seguito elaborato sei proposte per la riqualificazione all’area annessa all’area archeologica: non riguardano ciò che c’è dentro ma l’area annessa al teatro romano, dato che spetta all’amministrazione comunale la riqualifica dell’interno”.

Il sondaggio deliberativo è una forma di dibattito pubblico con a capo una cabina di regia, cioè un Comitato dei garanti composto dagli esperti dell’associazione Demos, i componenti del tavolo tecnico che ha lavorato alle sei proposte, saranno invitati gli ordini degli architetti e ingegneri, l’università e altre forme associative. Il sondaggio è svolto da un campione rappresentativo e casuale dei cittadini della città che, lavorando su più proposte, studiandole e avvalendosi del contributo tecnico degli esperti, arriveranno a formulare una proposta finale.

“Il sondaggio è deliberativo perché, dall’inglese deliberation, sarà un percorso informato e basato sulla possibilità di scegliere più soluzioni in maniera consapevole. Incide poco infatti il numero dei partecipanti, è la qualità del percorso a fare la differenza. Ci saranno tre fasi. Il professore di statistica dell’Unite Andrea Ciccarelli, attraverso dei programmi statistici, individuerà un campione di teramani pari al 6% del totale (circa 2500-3000) ai quali si invierà la richiesta di partecipazione. A seconda delle richieste si formerà un tavolo dei deliberanti e sarà suddiviso poi in micro-tavoli affinché si sviluppi un dialogo di qualità. Nella terza fase l’assemblea plenaria, aperta a tutti, deciderà la proposta finale ma il diritto di voto sarà riservato ai deliberanti: se spettasse a chiunque ci sarebbe il pericolo di influenza da parte dei partiti politici”. Ha concluso: “E’ uno strumento utilizzato in molte parti d’Italia (Padova, Venezia, Milano, Torino, Grottammare) e anche fuori Europa, ma non se ne parla mai. Chiederemo l’aiuto del Comune per la messa a disposizione di spazi fisici e pubblicitari”.

Ha illustrato brevemente le sei proposte Raiola: “Le sei proposte sono particolari ma ciascuna designa una visione diversa della città: la prima è di lasciare tutto così com’è, la seconda riguarda l’abbassamento della quota stradale a quella dell’antica pavimentazione del tratto pedonale lungo via Paris, la terza prevede anche l’ampliamento dell’area parcheggio mediante l’esproprio dei giardini privati adiacenti e trasformandola in un parco verde attrezzato, la quarta proposta prevede in aggiunta un terrazzamento che collega la quota di vico del Cigno a quella dell’antica pavimentazione del teatro romano, la quinta l’estensione dell’area di intervento anche al mercato coperto per realizzare un collegamento funzionale tra la via Stazio, piazza Verdi e l’area proposta all’ipotesi 3, la sesta prevede in aggiunta la demolizione degli edifici bassi su via Paris per la realizzazione di una esedra ecologica attorno al teatro romano”.

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