Assistito dall’avvocato Nicola Pisani, Ferroni avrebbe dovuto essere ascoltato già il 29 ottobre, ma aveva successivamente chiesto un rinvio.
Nell’inchiesta, aperta con le ipotesi di reato per inquinamento ambientale e getto pericolose di cose e nella quale sono stati sequestrati i punti di captazione situati all’interno dei laboratori, sono indagati anche il direttore dei Laboratori Stefano Ragazzi, il responsabile del servizio ambiente dei Laboratori Raffaele Adinolfi Falcone, il responsabile della divisione tecnica dei Laboratori Dino Franciotti, il presidente di Strada dei Parchi Lelio Scopa, l’amministratore delegato di Strada dei Parchi Cesare Ramadori, il direttore generale di Strada dei Parchi Igino Lai, il presidente della Ruzzo Reti Antonio Forlini, il responsabile dell’Unità operativa di esercizio della Ruzzo Reti Ezio Napolitani e il responsabile del servizio acquedotto della Ruzzo Reti Maurizio Faragalli.
Sotto accusa, secondo la Procura, tutta una serie di condotte colpose che avrebbero cagionato o comunque non impedito “un permanente pericolo di inquinamento ambientale e, segnatamente, il pericolo di compromissione o deterioramento significativo e misurabile delle acque sotterranee del massiccio del Gran Sasso”.