A dirlo è Valentina Antonacci, segretario provinciale di Fimmg Teramo, alla luce della decisione, in corsa della Asl, di prevedere l’istituzione della guardia medica turistica così come accaduto storicamente negli anni precedenti. La dottoressa specifica che nella nota inviata dall’azienda sanitaria il 30 giugno, che non è stato chiesto di prestare attività di medicina turistica, ma che semplicemente non si sarebbe potuto attivare il servizio.
“Nessun medico di famiglia ha mai comunicato in alcun modo la propria indisponibilità”, si legge nella nota.
Aggiungo che se la direzione generale della Asl ci avesse interpellato in tempo utile (ben sapendo che le attività delle USCA sarebbero verosimilmente cessate il 30 giugno e che quindi non sarebbe stato possibile garantire neanche il servizio di assistenza ai turisti), ci saremmo potuti organizzare, magari chiedendo sia ai medici di famiglia che a quelli di continuità assistenziale (ex guardia medica) di svolgere le ore in strutture possibilmente messe a disposizione dall’Asl stessa. In questo modo, avremmo semplificato ai turisti la ricerca del medico e, al contempo, non avremmo appesantito le attività svolte nei nostri ambulatori.
Restiamo infine perplessi nell’apprendere che la Asl, “applicando la normativa nazionale che prevede, fino al 31 dicembre, il prolungamento del contratto dei medici ex Usca, seppur a diverse condizioni, si è attivata per “arruolare” il maggior numero di questi medici”. Quando abbiamo offerto la nostra collaborazione, infatti, anticipando una proposta che poi abbiamo illustrato nell’ultima assemblea straordinaria della Fimmg, la direzione generale dell’Azienda sanitaria ci ha risposto che al 30 giugno, essendo finita l’emergenza, non c’erano più capitoli di spesa dedicati a tali attività ma che comunque la proposta sarebbe stata valutata come fatto in passato.
Nel ribadire la nostra disponibilità a una piena collaborazione, auspichiamo che la direzione generale ci consideri davvero una risorsa e, come tali, meritevoli di essere interpellati nell’organizzazione di quei servizi che sono il nostro pane quotidiano”.