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Gran Sasso, cunicolo “inquinato”: Strada dei Parchi perde ricorso al Tar

“Il Tribunale Amministrativo Regionale con la sentenza 219/2020 pubblicata lo scorso 24 novembre ha respinto dichiarandolo inammissibile un ricorso presentato da Strada dei Parchi contro gli esiti di una riunione della Commissione tecnica per la Gestione del Rischio nel sistema idrico del Gran Sasso del 26/02/2020 con riferimento ad un intervento di rimozione di materiale di risulta da un cunicolo da cui sgorgava acqua che andava a finire nella rete acquedottistica teramana”. A farlo sapere Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso.

“L’esistenza della cavità in questione era emersa grazie all’azione dei Carabinieri dei Noe che ne avevano chiesto l’immediata messa in sicurezza in quanto l’acqua dal cunicolo parallelo al traforo del Gran Sasso, scorreva fino allo sbarramento destro della S.p.a. Ruzzo Reti, che gestisce il servizio idrico integrato per 39 dei 40 Comuni compresi nell’Ente d’ambito Teramano. Nel cunicolo vi erano materiali di risulta di lavori che andavano ovviamente allontanati quanto prima dall’acqua. La Commissione aveva individuato in prima battuta Strada dei Parchi come soggetto competente. La società contestava un supposto intento coercitivo nei suoi confronti da parte della Commissione che invece il TAR non ha ravvisato. Da qui la sconfitta della Società in giudizio. Fortunatamente nel frattempo i lavori sono stati comunque realizzati grazie alla collaborazione della Ruzzo Reti e l’intervento di pulizia effettuato”.

E ancora: “La Mobilitazione per l’Acqua del Gran Sasso giudica molto grave quanto sta avvenendo, e, cioè, che l’azione del Protocollo operativo sul Gran Sasso istituito dalla regione per fa cooperare proficuamente tutti i soggetti interessati, anche per scambiare informazioni e discutere delle procedure dopo che per decenni questi soggetti non si sono parlati, sia sotto continuo attacco da più parti. Prima questo inutile ricorso al TAR da parte di Strada dei Parchi, uno dei soggetti principali del Protocollo data la rilevanza delle attività che si svolgono nei tunnel autostradali per la qualità delle acque. Poi il tentativo del Commissario Gisonni di svuotarlo di contenuti, visto che recentemente ha chiesto di far parte del Protocollo escludendo però, attraverso una modifica nel testo dell’accordo, qualsiasi discussione proprio su quegli interventi che lui stesso dovrà mettere in campo, che, tra l’altro, saranno quelli più rilevanti dei prossimi anni”.