Anastasia Nespoli, giovane, brillante e capace studiosa, è stata indirizzata a Carla Colombati, Coordinatore Wikimedia Italia per l’Abruzzo, dalla Professoressa Fiammetta Sabba, professore associato presso il Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna, per lo sviluppo della tesi nell’ambito della cattedra “Biblioteca digitale” in relazione ai progetti Wikimedia Italia.
Al momento dello sviluppo della tesi l’Abruzzo Wiki Team, composto da Carla Colombati, dai due ingegneri Lorenzo Marconi e Pietro Valocchi, dal bibliotecario Dimitri Bosi, già aveva in atto una collaborazione con Sirio Maria Pomante, Direttore t.s. del Polo Museale Civico di Giulianova, per progetti WIkimedia Italia dedicati alla città di Giulianova e ai beni culturali giuliesi. Nel 2018 la collaborazione fra le persone e le istituzioni ha portato il Comune di Giulianova ad essere il primo comune della Provincia di Teramo a deliberare per partecipare alla prima edizione Wiki Loves Abruzzo, per il concorso di Wikimedia Italia Wiki Loves Monuments nell’Anno europeo del Patrimonio culturale.
Immediatamente a seguire, la felice collaborazione è stata segnata dal lavoro della tesi come progetto pilota dell’Abruzzo Wiki Grand Tour, per il quale è stata scelta la monumentale opera dell’illustre storico e umanista Vincenzo Bindi (Giulianova, 1852 – Napoli, 1928) Monumenti storici ed artistici degli Abruzzi, il cui valore è stato ritenuto essenziale al progetto dedicato ai beni culturali abruzzesi e celebrativo, dato che la scelta del lavoro è stato inteso anche come una delle iniziative celebrative dell’Anno Bindiano, organizzato dal Polo Museale Civico, in occasione del Novantesimo anniversario della morte di Bindi. Così il censimento dei monumenti d’Abruzzo, opera di un “wikipediano ante-litteram” come Vincenzo Bindi, è giunto nelle mani dei wiki-esperti Pietro e Lorenzo, che insieme ad Anastasia hanno lavorato alla mappatura su Wikidata dei monumenti elencati dallo storico dell’arte e al caricamento delle prime 14 tavole del Bindi su Wikimedia Commons.