L’ordinanza, firmata dal Vicesindaco di quei giorni, Nausicaa Cameli, stabilisce che su tutto il territorio comunale sia fatto “divieto di circolare o sostare su tutte le strade, vie, viali e piazze cittadine e in tutti gli altri luoghi pubblici, esercizi pubblici o mezzi pubblici in costume da bagno o a torso nudo, con la sola esclusione delle aree adibite alla balneazione”.
Il provvedimento muoveva dal fatto che in città si verificavano “frequentemente comportamenti avvertiti dalla generalità delle persone come contrari al decoro e alla decenza tipici del normale convivere civile, sulla scorta delle norme etiche che rappresentano il patrimonio della civiltà attuale e si identificano con l’insieme dei valori ritenuti degni di conservazione e rispetto”. L’ordinanza prendeva atto “delle proteste e delle richieste di intervento avanzate al riguardo da moltissimi cittadini, residenti e turisti”.
Il perdurare di dette condotte oltre a costituire “un elemento di disagio e malessere per la popolazione residente e per i turisti” poteva costituire un “oggettivo parametro di valutazione negativa per il livello qualitativo del buon vivere nella nostra città, con conseguente ripercussione sull’immagine e sull’offerta turistica che viene proposta”.
Quegli assunti e le relative motivazioni non sono venuti meno. Ancora validi anche gli importi delle sanzioni, che vanno da 25 a 500 euro.