Giulianova. La Procura della Repubblica di Rimini, a chiusura delle laboriose e complesse indagini, affidate al PM Luigi Sgambati, sul caso di Regina Di Silvestre, ha provveduto ad iscrivere sul registro degli indagati tre medici (due chirurghi ed un’anestesista) della Casa di Cura Montanari di Morciano di Romagna.
Nel novembre del 2017 la donna giuliese si sottopose ad un intervento di decompressione spinale nel reparto di Ortopedia della clinica romagnola. Durante l’intervento, avviato nella mattinata e condotto da uno specialista in neurochirurgia e chirurgia spinale, si verificarono, dopo alcune ore, delle complicanze e per questo Regina Di Silvestre fu trasferita, intorno alle 21:30, in ambulanza all’Ospedale di Rimini. Viste le gravi condizioni fu ricoverata nel reparto di rianimazione, ma dopo tre giorni di agonia la donna giuliese morì nel nosocomio di Rimini.
I familiari della vittima, il marito Pierino Ruffini e le tre figlie, decisero di fare luce sull’accaduto ed a tal fine fu incaricato l’avvocato Claudio Iaconi (nella foto a destra), esperto in materia di colpa medica.
Furono svolte indagini difensive ed interessata la Procura della Repubblica di Rimini che dispose il sequestro del carteggio clinico nonché l’esame autoptico. L’incarico di condurre l’autopsia fu affidato alla dottoressa Donatella Fedeli di Bologna, esperta in medicina legale, coadiuvata dall’ortopedico bolognese, Stefano Bandiera. Nel frattempo, l’avvocato Iaconi, per conto dei familiari, incaricò un collegio di medici specializzati, costituito dal Professor Aldo Carnevale, docente di medicina legale presso l’Università di Chieti, e dal Professor Giulio Frova di Milano, docente ed esperto in anestesia e rianimazione. I risultati dell’esame autoptico furono analizzati nello specifico dagli esperti , mentre il consulente del PM decise avvalersi di un esperto di anestesia e rianimazione, individuato nella dottoressa Elisabetta Pierucci. Dalla relazione depositata dai consulenti del PM nel 2018 emersero molteplici profili di responsabilità in capo all’equipe operatoria della casa di cura. Oltre alla consulenza medica, il caso si è sviluppato attraverso indagini conoscitive tese alla ricostruzione dei fatti. Con questo obiettivo sono stati ascoltati tutti i testimoni della vicenda e tutti i presenti nella sala operatoria della clinica romagnola.
Un’indagine lunga e accurata che nei giorni scorsi è stata chiusa dal pm Sgambati con l’iscrizione al registro degli indagati di tre medici della Casa di Cura ‘Montanari. E. P., medico chirurgo, G. S., aiuto medico chirurgo, e P. T., anestesista, responsabili nella preparazione e nella conduzione dell’intervento operatorio di “revisione di decompressione spinale e di artrodesi spinale vertebrale strumentale” subito da Regina Di Silvestre il 6 novembre 2017, per colpa consistita in negligenza, imprudenza, imperizia, inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline, nonché in violazione delle istruzioni operatorie.
Secondo il PM la paziente giuliese sarebbe stata collocata in maniera impropria sul lettino della sala operatoria e senza alcun accorgimento necessario a monitore le perdite ematiche e la pressione arteriosa. Non sarebbe stato, inoltre, somministrato neanche un quantitativo sufficiente di soluzione fisiologica e, soprattutto, al mancato risveglio della paziente, non sarebbero state adottate tempestivamente tutte le misure rianimatorie, determinando a Regina Di Silvestre uno stato prolungato di ipotensione che l’ha mandata in coma profondo e shock, e dopo tre giorni, ne ha causato la morte.