“Una decisione certamente sollecitata dalla richiesta dei due presidenti dei Comitati di quartiere Lido e Annunziata, che ringrazio”, dice il sindaco, “ma che avevo già maturato e comunque conforme alla mia volontà di illustrare come è stata ottenuta, grazie al nostro impegno, la riqualificazione di un’area di circa 8 ettari abbandonata per decenni. Tanto più che nelle ultime settimane ho constatato come molti degli interventi relativi all’area Ex Sadam abbiano evidenziato una scarsa conoscenza della questione sia in punto urbanistico che amministrativo. Per cui nell’assemblea ci sarà modo di chiarire innanzitutto un aspetto che in alcuni degli interventi che ho letto in questi giorni non viene evidenziato e in altri addirittura sottaciuto. Si tratta, specificamente, del futuro di quell’area e dell’altra immediatamente a sud, cioè l’ex Foma, per una estensione complessiva di 8 ettari circa. Ebbene il Consiglio comunale nel giugno 2010 ne approvò il piano di recupero per cui nel 2012 venne sottoscritta la convenzione fra l’amministrazione comunale e la proprietà. E ciò, va ricordato, al termine di un lungo dibattito durato ben dieci anni, coinvolgendo la città, la commissione consiliare ed il consiglio, che ha quindi consentito di dare finalmente avvio dapprima alla bonifica ambientale e, quindi, al rilancio di una porzione di territorio strategica per la città, essendo al centro del Lido e a cuscinetto fra la strada ferrata e il lungomare sud, abbandonata a discarica per decenni. Una area urbana che diventerà un nuovo e moderno quartiere il cui 50% sarà destinato a verde attrezzato. Ricordo, peraltro, che in forza di tali decisioni consiliari la proprietà dell’area ex Sadam, dopo aver bonificato l’area, ha già realizzato il 1° lotto, mentre su quella dell’ex Foma, dopo la bonifica dell’area, si inizierà in autunno a costruire”.
“Oggi, quindi”, prosegue Mastromauro, “non si tratta di ‘discutere, decidere o scegliere’ nulla sul futuro di quel pezzo di città perché il dibattito si è già sviluppato in città a partire dall’inizio del secolo e la conseguente decisione è stata già assunta dagli organismi democratici a ciò deputati, da ultimo con delibera del Consiglio Comunale del giugno 2010, cioè più di 8 anni fa. Si tratta, al più, solo di valutare ed eventualmente approvare, quando gli uffici avranno completato l’iter tecnico preliminare e previo esame che porterò all’attenzione della Commissione urbanistica e quindi del Consiglio comunale, una “variante migliorativa” per la Città che riguarda i lotti ancora da realizzare del piano di recupero Ex Sadam approvato definitivamente, lo sottolineo nuovamente, nel giugno 2010 dal Consiglio comunale, e riguardante esclusivamente due aspetti. Il primo è la rinuncia della proprietà alla realizzazione del cosiddetto “Grattacielo” di 47 metri e ai relativi volumi. Il secondo aspetto concerne l’impossibilità tecnica, attestata da una perizia di 70 pagine e confermata dai tecnici comunali, di procedere con il recupero dello scheletro dell’edificio industriale perché pericoloso e già oggetto di diversi distacchi di materiale edilizio. Da cui l’autorizzazione per il suo abbattimento così da realizzare una nuova struttura, in linea con le norme antisismiche, in cui ubicare la farmacia comunale e il teatro di 450 posti a fruizione pubblica che, va sottolineato, Giulianova non ha mai avuto essendo il Cine-Teatro Ariston privato. Quindi, contrariamente a quanto affermato da qualcuno”, dice ancora il sindaco, “non c’è nessun baratto con nessuno. Al contrario ci siamo confrontati con il privato per ottenere che rinunciasse a realizzare cubature già autorizzate e per migliorare lo strumento attuativo adeguandolo alle esigenze tecniche sopravvenute in modo da accelerare la realizzazione delle opere rimanenti a fruizione pubblica, rimodulandone la tempistica. Che, lo ricordo ai ‘distratti’, prevede per la città: un teatro da 450 posti; una piazza di 4.800 metri quadrati fronte Teatro, via Trieste e via Sardegna; un locale di 150 metri dove ubicare la farmacia comunale; la riqualificazione delle vie Trieste e Sardegna con i 790 mila euro di plusvalore che la proprietà deve versare al Comune; il 50% dell’area adibita a verde pubblico attrezzato, omogeneamente e in continuità con quanto verrà realizzato nell’area Ex Foma; la pista ciclabile, e tanto altro ancora”.
“Tutti risultati – conclude il sindaco – già acquisiti per il bene pubblico e che non sono in alcun modo trattabili come ho avuto modo di spiegare alla proprietà presenti pure i rappresentanti dei gruppi consiliari di maggioranza e del presidente della Commissione urbanistica in almeno tre riunioni in Municipio. Da ultimo lo scorso 7 agosto. In quella sede, peraltro, ho anche ribadito alla proprietà che non ho nessuna intenzione di confrontarmi e neppure di parlare della proposta di destinare a parcheggio parte della piazza di 4.800 metri quadri da realizzare su via Trieste, dinanzi al Teatro. Questi – conclude Mastromauro – sono i fatti oggettivi, sulla scorta, ripeto, del piano di recupero approvato dal consiglio comunale nel 2010 e della conseguente convenzione sottoscritta nel 2012 in forza della quale è stata prevista, come in tutte le altre ripassate fra l’ente e il privato, il rilascio di una fideiussione a garanzia della realizzazione delle opere pubbliche dianzi ricordate a carico dell’attuatore del piano di recupero. È chiaro che detta fideiussione verrà escussa solo nel caso di inadempienza da parte del privato. Ma contrariamente a quanto sostiene qualcuno che è intervenuto in questi giorni sulla vicenda, ritengo che l’amministratore-buon padre di famiglia debba farsi parte diligente per risolvere i problemi della città interloquendo con chi, come nel caso che ci occupa, deve attuare lo strumento urbanistico realizzando gli interventi a vantaggio della comunità che in esso sono previsti. Riservandosi, solo quale estrema ratio, lo strumento della controversia legale (con la escussione fideiussoria) che rischierebbe di bloccare per altri 20 anni lo sviluppo di quell’area, la realizzazione del teatro, la riqualificazione delle vie Trieste e Sardegna ma, soprattutto, di un nuovo e moderno quartiere immerso nel verde e a due passi dell’Adriatico al posto di quello che per decenni è stato una indecorosa discarica che faceva da “cartolina” a tutti coloro che a bordo di un treno hanno attraversato la nostra città. A questo ho lavorato con impegno e dedizione per almeno un decennio insieme ai miei collaboratori e non permetterò ad alcuno di vanificare e rovinare una delle più importanti conquiste che la città ha ottenuto negli ultimi decenni”.