Teramo. “Questa giornata della memoria non deve trascorrere nell’indifferenza ma deve essere celebrata con partecipazione. La Shoah non deve essere considerata come un mero esercizio per la memoria”.
Lo dice il sindaco di Teramo Gianguido D’Alberto che prosegue: “le ragioni che determinarono quei terribili eventi, vanno ricordate continuamente, poiché gli atteggiamenti, individuali e collettivi, che portarono a quell’indicibile dramma, anch’esso individuale e collettivo, riaffiorano con maggiore o minore evidenza. L’olocausto nacque e si sviluppò nell’indifferenza di coloro che si voltarono dall’altra parte, lasciando non solo le vittime al loro destino ma la società intera verso un baratro tra i più nefasti che la storia abbia mai conosciuto”.
“Ecco allora che il disinteresse è l’atteggiamento che oggi dobbiamo condannare con estrema decisione proprio perché il voltarsi altrove rende più soli coloro che diventano vittime di sopraffazione ma, senza che lo si percepisca, anche ciascuno di noi e la società e la comunità nella quale si vive. La Giornata della memoria è l’opportunità offerta – e penso in principal modo ai giovani – per riflettere innanzitutto su noi stessi, sui nostri comportamenti, sullo spazio che lasciamo quotidianamente alla violenza, al sopruso, all’indifferenza: piccolo o grande che sia, consapevole o meno. La Giornata della memoria è la giornata del futuro”.
Rifondazione Comunista ricorda quando il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell’armata rossa liberarono Aushwitz e i luoghi della provincia di Teramo dove furono detenuti i cittadini. “Più di 1 milione di persone morirono dal 1940 al 1945, solo in quel lager. Tra i vari campi di prigionia presenti nel nostro territorio”, Mirko De Berardinis
Segretario provinciale Federazione di Teramo Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea, ricorda “quello di Teramo situato presso l’ex Caserma Mezzacapo nei pressi del Santuario della Madonna delle Grazie, quello di Isola del Gran Sasso collocato all’interno del Santuario di San Gabriele requisito dalle autorità fasciste ai Padri Passionisti, quello all’interno della Fortezza di Civitella del Tronto, la Badia Celestina di Corropoli, i campi di Nereto, Notaresco, Tortoreto Stazione (Alba Adriatica), Tortoreto Alto e Tossicia”.
“Ricordare è decisivo per non ripetere, per capire come tutto sia potuto succedere nell’indifferenza e nel consenso dei più, per evitare che di nuovo oggi l’indifferenza permetta il riemergere del razzismo, della xenofobia, dell’odio e della ricerca dell’uomo della provvidenza. Ricordiamo l’assurdità delle “leggi razziali”, una serie di leggi discriminatorie nei confronti degli ebrei che vennero promulgate dal fascismo a partire dal 1938 ricalcando le leggi razziali naziste di Hitler del 1935, realizzando una delle pagine più buie della storia”.
“Oggi come ieri c’è chi nega o sminuisce la shoah, c’è chi dimentica che l’anticomunismo fu col razzismo e l’antisemitismo il cuore della folle ideologia nazifascista. In nome di un revisionismo miserabile, si cerca di rivalutare anche pubblicamente quello che è stato e rimane il male assoluto. Non ci può essere alcuna assoluzione per chi scelse di stare dalla parte dei fascisti e dei nazisti. Cosi come non può esserci alcuna giustificazione verso l’uso della xenofobia e del razzismo come veicoli di raccolta di consenso”.
Rifondazione Comunista “non dimentica il sacrificio dei deportati e di tutte le vittime del nazifascismo e continuerà ad onorarne la memoria per trasmettere il loro esempio alle nuove generazioni E in quest’ottica va sostenuta con forza la richiesta, presentata al governo da un largo schieramento di forze sociali, culturali e politiche, di mettere fuori legge le organizzazioni neofasciste, richiedendone quindi l’immediato scioglimento”.