Teramo. «“S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche!”. “Se non hanno più pane, che mangino brioche” è la leggendaria espressione attribuita, probabilmente erroneamente, a Maria Antonietta, regina di Francia. La frase, riferita al popolo che era ridotto alla fame a causa di tasse e soprusi da parte della classe aristocratica, ben dimostra la distanza che spesso ha chi amministra con le reali necessità del popolo. Una risposta che pare paradossale ma che si ripete, in maniera sostanzialmente identica, per altre situazioni della nostra vita quotidiana. Pensiamo, ad esempio, ai tanti problemi che interessano gli edifici scolastici italiani”. E’ quanto sottolinea il presidente dell’Ordine degli Architetti della provincia di Teramo, Raffaele Di Marcello.
«Sull’edilizia scolastica si è detto di tutto e di più – evidenzia il Presidente dell’Ordine – Sono stati stanziati fondi per scuole belle, scuole sicure, scuole innovative; sono state emanate linee guida ministeriali; sono stati fatti convegni. Ma, ad oggi, la situazione rimane drammatica. Anzi, le esigenze derivanti dall’epidemia da Covid-19 hanno evidenziato l’inadeguatezza del nostro patrimonio scolastico. Già il sisma ha messo in ginocchio il sistema edilizio dell’istruzione, anche in provincia di Teramo. Non solo quello del 2016, ma anche quello 2009 hanno visto, tra le grandi assenti della ricostruzione, proprio le scuole. Da anni si lanciano allarmi su scuole poco sicure dal punto di vista sismico, senza certificazioni, con spazi didattici inadeguati, inseriti in contesti inidonei. Allarmi inascoltati – sottolinea Di Marcello – e, a meno di tre mesi dalla riapertura dell’anno scolastico, ci ritroviamo al punto di partenza.»
«E oggi – continua l’Architetto Di Marcello – a chi chiede pane, si propongono le brioches, e forse neanche quelle: lezioni in cinema, centri commerciali, sale convegni; ignorando completamente il contesto scolastico, la necessità di personale docente e non docente, il sistema dei trasporti, la necessità di interrelazione tra studenti e insegnanti, pensando alla scuola come ad un semplice contenitore, più o meno indifferente alla funzione, dove poter parcheggiare i nostri figli.»
«Nel Decreto Scuola vengono dati a Sindaci e Presidenti di Provincia poteri commissariali per i piccoli lavori da fare per adeguare gli edifici scolastici e permettere la ripresa delll’anno scolastico – conclude Di Marcello – ma servono fondi, servono progetti, serve un piano straordinario immediato per l’edilizia scolastica, e servono subito, non tra un anno o due. In questi giorni si riparla di ponte sullo stretto, di infrastrutture autostradali, di spostamenti di linee ferroviarie. Opere strategiche, ma cosa c’è di più strategico delle scuole? La tecnologia, oggi, permette di realizzare un edificio scolastico in tre/quattro mesi. Se ci fosse la volontà, a fine anno, avremmo nuove scuole: sicure, spaziose, energeticamente sostenibili, belle. Avremmo il pane di cui siamo affamati. Le brioches non saziano, e fanno pure ingrassare.»