“Qualcuno ha definito “storica” la seduta congiunta dei Consigli Comunali di Teramo e L’Aquila. Io credo che lo sia stata davvero”. Questo è il commento di Manola Di Pasquale, presidente regionale del PD, dopo l’assemblea di ieri in cui il Sindaco de L’Aquila e quello di Teramo hanno materializzato la necessità di due DEA di secondo livello da realizzarsi sui due territori.
“E non solo perché ha prodotto l’orgogliosa e condivisa riaffermazione dell’importanza fondamentale che riveste la sanità delle aree interne, in una regione che, per la sua peculiarità orografica, pretende l’attenzione massima proprio per quelle popolazioni che vivono nelle aree più lontane dai grandi capoluoghi ma che, proprio per quello, devono poter contare su una macchina della salute che in quei capoluoghi sia in grado di offrire ogni possibile risposta. Il Consiglio congiunto di ieri è storico anche e soprattutto perché fa del Gran Sasso non più un elemento di divisione ma di unione, all’ombra del quale si definisce un’alleanza strategica che ridefinirà il ruolo stesso delle due città nello scenario regionale.
La mia non vuole essere, e non dovrà mai essere, una guerra di campanili, al contrario, quella che invoco è una apertura di dialogo costante, sui temi condivisi e sui comuni obiettivi, che faccia di Teramo e L’Aquila le portabandiera dell’Abruzzo interno, così come Pescara e Chieti lo sono per l’Abruzzo costiero, e nel quadro di una più ampia strategia regionale che faccia, finalmente e per sempre, della nostra regione un “unicum” anche nell’offrirsi alla platea delle decisioni nazionali. Di una possibile nuova strategia di condivisibili obiettivi, Teramo e L’Aquila avevano già dato prova in occasione del dibattito sulla chiusura del Traforo del Gran Sasso, ma il Consiglio Congiunto si pone come momento storico vero, perché finalizzato a discutere, in sinergia e non in antitesi, nel quadro di una ricerca delle soluzioni e non di una corsa al miglior posizionamento, del più sentito tra i bisogni della nostra gente: quello di una Sanità di qualità, efficiente e capace di dare una risposta immediata al diritto alla salute di ogni cittadino, anche se vive nelle zone interne e isolate.
Ecco, allora, che la richiesta di una deroga alla prevista istituzione dei Dea di II livello, con la possibilità di non costringere ad un scelta tra Teramo e L’Aquila, ma di costruire una Sanità che abbia in Teramo e L’Aquila due ospedali di eccellenza, come i due capoluoghi meritano, non è solo la mera speranza dei territori, ma la base di un più ampio progetto, anche politico, che vuole anche restituire alle popolazioni quella fierezza dell’appartenenza che, purtroppo, i terremoti hanno mortificato”.