“Mi chiamo Manuel, ho 28 anni e un’enoteca”. Inizia così lo sfogo di Manuel Ciardelli, titolare dell’enoteca “L’Assenzio” di Teramo in via Mario Capuani.
La sua è una protesta che fa clamore.
“Faccio parte della categoria non essenziale dell’Italia, quella categoria che nei mesi si è sentita dare dell’untore, quella categoria additata come evasore fiscale, che ha dovuto chiudere per mesi senza alcuna base scientifica, faccio parte di quella categoria che si è reinventata decine di volte per sopperire alla totale assenza di aiuti della macchina amministrativa, e che anzi ha continuato con gli aumenti impropri delle aliquote sulle bollette, che non ha bloccato alcuna spesa, che non è pervenuta alle richieste di aiuto”.
“Faccio parte – prosegue – del settore più colpito dalle segnalazioni della nuova frontiera dei vigili da balcone. Hanno instaurato il coprifuoco quando quelli che sparano sono loro e non l’invasione nazista, hanno acceso nei cuori della gente la più terribile delle pandemie: il classismo sociale, dove uno conta più di un altro, mentre l’unica strada per uscire vincitori è combattere insieme contro l’incapacità e l’inefficienza della macchina pubblica, che vaga senza meta nei salotti televisivi del bel paese. Siamo noi: il popolo, il bel paese, siamo noi: il popolo gli indispensabili. Spero che i miei colleghi diano un segnale di vita e coesione poiché siamo tutti sulla stessa barca”.
Ed ha poi bruciato le bollette arrivate, nonostante il locale non viva ormai da tempo.