Colonnella. Si torna in azienda al lavoro, in attesa che l’azienda rispetti le scadenze sugli stipendi arretrati. La prima scadenza è giovedì: giorno entro il quale dovrà essere saldato il mese di gennaio. Se così non sarà, le maestranze torneranno a scioperare venerdì prossimo.
E’ l’epilogo dell’assemblea dei lavoratori dell’Atr di Colonnella, storica azienda che lavora nel cosiddetto polo del carbonio, che oggi hanno scioperato dinanzi allo stabilimento di Valle Cupa. Praticamente hanno incrociato le braccia quasi tutti i 150 dipendenti dell’azienda (oltre 120 quelli presenti davanti ai cancelli), che lamentano il ritardo nel pagamento delle spettanze (al momento è stato versato un acconto di gennaio) e preoccupati su quelle che sono le prospettive legati agli investimenti e le ricadute occupazionali dell’azienda.
La giornata è stata aperta da un vertice all’interno dell’azienda tra i rappresentanti provinciali delle sigle sindacali (Marco Boccanera della Fim Cicl, Mirco D’Ignazio della Fiom Cgil e Giuseppe Di Filippi della Uilm), la Rsu aziendale. Era però assente la proprietà. Presente anche il sindaco di Colonnella, Leandro Pollastrelli. Nell’occasione, sono state ribadite le difficoltà da parte dell’azienda in ordine alla liquidità e al fatto di non riuscire a far fronte, con regolarità, al pagamento degli stipendi. Situazione che però non viene digerita dalle maestranze, che chiedono anche garanzie in ordine a quello che sarà il futuro dell’azienda.
Che dopo il fallimento di anni fa, ha ripreso una sua quota di mercato. La decisione di tornare al lavoro è stata presa a maggioranza, con una votazione tra i dipendenti presenti e con posizioni che, al momento, non sono univoche. La maggioranza ha deciso di tornare in azienda, ma tutti sono pronti a scioperare ancora, qualora le scadenze non saranno rispettate. Entro Pasqua il pagamento di parte di febbraio e così via. Per far questo, come i referenti dell’azienda hanno ribadito in mattinata durante l’assemblea, c’è necessità di fatturare e dunque di far andare avanti la produzione. Situazione molto delicata, dunque, anche alla luce di quelle che sono state le comunicazione della proprietà nel corso dell’incontro di venerdì scorso.
Oltre all’aspetto degli stipendi, non certo secondario, resta da chiarire anche il futuro dell’azienda. I sindacati hanno anche chiesto un tavolo istituzionale in Regione per tutelare quella che è, storicamente, un’azienda storica nel campo delle lavorazioni del carbonio. Con il suo percorso e le sue professionalità.