Colonnella. “Nessuna obiezione sul diritto dei lavoratori di avere tempi certi per la retribuzione corrente e arretrata. Chi ha mai sostenuto il contrario?”
Esordisce in questa maniera Antonio Di Murro, presidente dell’Atr Group, nel replicare alle considerazioni dei sindacati che hanno proclamato 40 ore di sciopero nell’azienda vibratiana. Le prime otto sono in programma domani, giovedì 19 settembre.
“L a mia proposta è stata chiarissima: entro il 27 settembre il saldo di giugno unitamente ai rimborsi del 730; entro la fine dell’anno la tredicesima e la mensilità di luglio, l’ultima ancora arretrata, con l’eventuale possibilità di dover attendere qualche settimana a gennaio 2020. E’ sottinteso che, durante questo lasso di tempo, tutte le mensilità correnti verrebbero regolarmente corrisposte come da prassi, vale a dire il 20 del mese successivo e non più nel mese corrente. Evidentemente, se la mia proposta non è stata accettata dai lavoratori, non è per mancanza di “certezza” dei tempi di corresponsione delle mensilità arretrate”.
Le precisazioni. “Pagare adesso il mese di giugno rispetta, come già precisato, l’impegno a suo tempo assunto in Regione”, aggiunge.
Per quanto attiene il mese di settembre, il non pagare anticipatamente non significa certamente pagare posticipatamente. Il mese di settembre verrà pagato, come da prassi aziendale consolidata, il giorno 20 del mese di ottobre”.
Programmi futuri. “Dietro tali narrazioni ritenute “romantiche””, prosegue Di Murro, “ vi è, infatti, il lavoro di professionisti e tecnici (ingegneri ed architetti) di alto profilo professionale, e non dei romanzieri (sia ben chiaro: anche queste ultime categorie professionali sono meritevoli del massimo rispetto, ma nulla hanno a che vedere con le ristrutturazioni aziendali). Se i proponimenti, per essere considerati “sufficienti”, dovessero essere supportati da fatti concreti, non sarebbero più dei proponimenti, ma già una realtà”.
Nessuna minaccia. “L’espressione “siamo tutti maggiorenni e vaccinati” non voleva e non vuole in alcun modo “essere minacciosa”. Tutt’altro! Tale espressione, infatti, sta solo ad indicare che non posso che presumere che il rifiuto della mia proposta e la conseguente indizione dello sciopero generale sia stato il frutto di una scelta, per quanto non condivisa dal sottoscritto, consapevolmente assunta da persone perfettamente in grado di rendersi conto degli effetti disastrosi che tali scelte, inevitabilmente, produrranno all’azienda, tanto in termini di operatività, quanto in termini economico/finanziari, quanto ancora in termini di immagine.
Pertanto, stante la mancata approvazione, da parte dell’assemblea dei lavoratori, della mia proposta di pagare entro il 27 settembre il saldo di giugno, unitamente ai rimborsi del 730, e di pagare, entro la fine dell’anno, la tredicesima mensilità e lo stipendio di luglio (ultimo stipendio arretrato ereditato dalla vecchia gestione), con l’eventuale possibilità di un leggero ritardo di qualche settimana (comunque nel mese di gennaio 2020), non posso che prenderne atto.
Gli stipendi correnti, pertanto, verranno pagati come da consolidata prassi aziendale”.