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Cronaca Teramo

Cologna, la vicenda dello chalet in mezzo al mare: l’erosione mette a nudo i pilastri (FOTO)

E’ ancora lì, a distanza di quasi due anni. Mentre il mare continua ad erodere, a scavare, a riportare alla luce le colonne su cui poggia. Lo chalet in mare a Cologna Spiaggia, che tante polemiche ha suscitato durante la sua realizzazione con un’inchiesta giudiziaria che ha poi portato al sequestro della struttura, resta al suo posto.

Non può essere utilizzato. Ma al momento non può neppure essere rimosso, nonostante il proprietario, titolare peraltro di un agricamping poco distante, abbia più volte manifestato la volontà di toglierlo da lì. Persino il Comune di Roseto si era mosso per fare in modo che quella che viene considerata a tutti gli effetti una bruttura, oltre che un oltraggio al litorale, venisse portata via prima della scorsa stagione estiva. Non è stato possibile, nonostante i vari tentativi fatti.

Il motivo è presto spiegato: trattandosi di un fabbricato ancora sotto sequestro non può essere toccato. Rappresenta però un pericolo per chi si trova a passare da queste parti. Perché i sostegni in acciaio in alcuni punti sporgono, perché le colonne su cui poggia il fabbricato sono emerse per circa un metro visto che il mare ha scavato tutto attorno.

La volontà del proprietario era quella di realizzare una struttura per la piccola ristorazione (pizzette, tramezzini, bibite, caffè…) offrendo un servizio ai turisti che frequentano in estate le strutture del posto. In realtà quello chalet lì proprio non poteva stare. Chi ha rilasciato le autorizzazioni lo ha fatto basandosi su una vecchia linea demaniale di costa che posizionava la battigia 25 metri più avanti, prima che l’erosione inghiottisse un ampio spicchio di litorale.

Eppure tutti erano a conoscenza dell’azione del fenomeno erosivo e della riduzione del tratto di spiaggia. Inoltre la Sovrintendenza ai Beni Ambientali dell’Aquila aveva autorizzato l’opera, realizzata in legno lamellare, purché al termine della stagione estiva venisse rimossa. Con l’indagine da parte dell’autorità giudiziaria e della Capitaneria di Porto di Giulianova, lo chalet non ha mai aperto i battenti.

E non è stato rimosso perché paradossalmente il provvedimento di sequestro non lo consente, anche dinanzi alla volontà del proprietario di portare via un’opera che lui stesso ha definito “vergognosa”. Intanto, il mare continua con la sua azione erosiva.