Il Comune, d’accordo anche con il proprietario dello chalet, aveva inoltrato la documentazione con richiesta di dissequestro attraverso il proprio ufficio tecnico, avvalorandola anche con la necessità di ripristinare lo stato dei luoghi.
Della vicenda si è interessato in prima persona il vice sindaco Simone Tacchetti il quale, pur avendo confermato che la volontà del Comune è quella di fare in modo che quella bruttura venga eliminata dalla spiaggia ghiaiosa di Cologna, ha ribadito che l’Ente non ha alcuna possibilità ad agire autonomamente.
Proprio perché il provvedimento di sequestro del fabbricato è tuttora valido. E non si conoscono neppure i tempi di un possibile dissequestro dell’opera. Che però lì non può più stare. Anche il vice sindaco e il proprietario del fabbricato in legno sanno che prima o poi una forte mareggiata potrebbe demolirla.
L’erosione di questi ultimi giorni ha ulteriormente scavato attorno ai pilastri su cui è stata poi realizzata la platea per sistemare lì chiosco in legno. La Procura di Teramo vuol comunque vederci chiaro.
Ha tra le mani la documentazione raccolta dalla Capitaneria di Porto di Giulianova che ha eseguito le indagini, partite dopo gli esposti presentati da altri operatori turistici e dai turisti stessi, assolutamente contrari alla realizzazione di una struttura così impattante. Bisogna ancora capire perché sono state rilasciate le autorizzazioni.