Cirsu, scoperte 4mila tonnellate in più di rifiuti negli impianti di Grasciano

Notaresco. Quattro mila tonnellate in più di rifiuti all’interno dei capannoni di stoccaggio del polo tecnologico di Grasciano del Cirsu.

 

E’ quanto accertato dalla Deco Spa di Rodolfo Di Zio che da tre settimane circa ha preso in mano la gestione parziale degli impianti, su decisione della Regione e del Tribunale che nel frattempo aveva respinto il ricorso di CSA, il Consorzio Stabile Ambiente dell’Aquila che aveva impugnato il provvedimento della Direzione Regionale Area Rifiuti. 4 mila tonnellate che non erano previste ma che dovranno ora essere smaltite dalla Deco, operazione che rappresenta un costo imprevisto.

Della situazione era stato prontamente informato nei giorni scorsi il responsabile regionale del settore rifiuti, Franco Gerardini, che avrebbe dovuto eseguire un nuovo sopralluogo negli impianti di Grasciano a seguito della relazione inoltrata dai vertici della Deco. Ma Gerardini in questi giorni è ricoverato all’ospedale dell’Aquila per un intervento chirurgico. Tornerà operativo solo dopo l’estate. C’è da capire, inoltre, come sia stato possibile introdurre nelle strutture del Cirsu un quantitativo in più di rifiuti, nonostante una capienza ben più ridotta.

La Regione avvierà un’indagine e chiederà ai responsabili di CSA di fornire tutti i dati in materia di operazioni svolte nel periodo in cui il consorzio aquilano ha avuto in gestione gli impianti di Grasciano. Intanto la Deco, da quando è subentrata, ha avviato una serie di interventi che entro la fine dell’anno dovrebbero portare alla riattivazione parziale delle strutture del Cirsu.

L’azione dell’intervento del privato dovrebbe assicurare entro un anno e mezzo la ripresa completa degli impianti, con apertura anche di Grasciano 2, l’invaso che dovrà essere utilizzato per lo smaltimento della frazione secca.

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