Teramo. Al tribunale di Teramo, secondo la recente relazione del presidente della Corte d’Appello, “pendono ancora i due terzi dell’arretrato dell’intero distretto, vi è il maggior tasso di turn over di magistrati in uscita, c’è il maggior numero di procedimenti iscritti da più di 10 anni e i tempi per definire una causa civile superano i 1.000 giorni contro i 296 di Chieti e i 368 di Pescara mentre Sulmona, Vasto, Lanciano, L’Aquila oscillano tra 400 e 600 giorni”.
A dirlo è l’Ordine degli Avvocati di Teramo che, a causa “dei numeri da record” ha deliberato lo stato di agitazione, “non escludendo di programmare anche giornate di astensione per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni”.
“Nei prossimi giorni – annuncia il presidente del Consiglio dell’Ordine, Antonio Lessiani – svolgeremo un incontro con le altre componenti dell’Avvocatura teramana per deliberare le concrete iniziative da adottare non esclusa quella dell’astensione dalle udienze. I dati del tribunale di Teramo destano grande allarme per il futuro della giustizia nella nostra provincia. Ogni cittadino, ogni impresa ha diritto a veder soddisfatta la propria domanda di giustizia come altrove e, per questo, intendiamo avviare ogni azione utile non solo a tutela del lavoro degli avvocati, ma anche a difesa della tenuta del tessuto sociale del nostro territorio”.
L’Ordine degli Avvocati di Teramo, “come già fatto nel corso dell’incontro avuto lo scorso 6 maggio con la ministra Marta Cartabia e pur prendendo atto che, successivamente, sono stati assegnati a Teramo 9 nuovi cancellieri (6 in Tribunale e 3 in Procura) ed un nuovo magistrato”, rileva che “la situazione resta molto critica. Pur a fronte della proposta del Consiglio Giudiziario e del CSM di aumentare di due unità la pianta organica dei magistrati a Teramo, con conseguente e automatica istituzione della sezione penale e l’assegnazione di un presidente di sezione, cosa questa che accelererebbe sicuramente l’andamento dei processi penali, il Ministero ha invece aumentato la pianta organica di una sola unità”.
Infine, “con riguardo alle strutture del tribunale e al fatto che queste risultano ancora inadeguate a celebrare in periodo Covid processi con un numero rilevante di parti, come quello di omicidio colposo, non sono ancora iniziati i lavori che il Ministero aveva assicurato per lo scorso novembre”.