“Cara Libertà ci manchi”: la lettera della 3 F della scuola media di Scerne di Pineto

Le mascherine, le distanze sociali e adesso anche la chiusura della scuola per i ragazzi delle superiori, seconda e terza media che da domani 18 novembre fino al 3 dicembre, inzieranno le lezioni a distanza a causa del Coronavirus.

Ed è proprio una classe delle medie, la 3 F di Scerne di Pineto, che ha scritto una lettera alla Libertà, quella che manca da troppo tempo, la cui assenza fa vivere con disagio questa dura seconda ondata di contagi che ha costretto la Regione Abruzzo a firmare l’ordinanza che la tinge di rosso.

Cara libertà,

ci hai abbandonati da ormai quasi un anno. Dove sei? Ci hai lasciati con il terrore che ogni abbraccio dato sarebbe potuto essere l’ultimo, soli con il computer, con la nostalgia dei momenti di felicità e con il terrore di non riviverli più. Ci hai lasciati soli con la pandemia che ci ha rubato quasi un anno della nostra adolescenza che non ci sarà mai ridata indietro. Ci manchi così tanto che i giorni di scuola, la cosa che l’anno scorso odiavamo di più, sono diventati la parte più bella della nostra giornata. Te ne sei dovuta andare per farci capire l’importanza delle piccole cose, quanto un abbraccio possa significare. Ci manchi come l’aria nel vero senso della parola (non è che nella mascherina ce ne sia molta). Siamo stati intrappolati in una situazione che non ci da via di scampo, che ci fa uscire fuori di testa solo pensiero di vivere un lockdown, ma la vera domanda è: quanto tempo ancora hai intenzione di rubarci? Dai che il primo dicembre esce il DPCM dell’avvento un cioccolatino per ogni decreto. Oggi potrebbe essere il nostro ultimo giorno di scuola per non sappiamo quanto tempo…Vogliamo solo ricordarlo, ringraziare Dio per essere qui e apprezzare ogni minima cosa (morale di questa favola) in quanto questo momento tra tre mesi potrebbe essere il nostro sogno. Nonostante ciò la speranza è l’ultima a morire, e anche soffocata sempre di più da ogni nuovo decreto resta sempre nei cuori. Prima che ci sia portata via anche la scuola volevamo salutarla come non abbiamo mai fatto prima, senza cantare a squarciagola “è finita” sbattendo le mani sui vetri del pulmino come matti. Salutiamo la scuola con l’augurio di tornare a popolarla al più presto possibile con le nostre emozioni, le nostre risate e le nostre paure, con i banchi a quattro che aspettiamo dalla prima e che ogni anno ci venivano promessi per la terza. Lo faremo. Ciao scuola, non sappiamo nemmeno se dirti addio o arrivederci. Grazie…

 

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