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Cronaca Teramo

Atri, la denuncia del M5S: elementari di Via Umberto I ancora un cantiere aperto FOTO

“Il periodo estivo indubbiamente rappresenta un’importante occasione per portare avanti dei lavori di messa in sicurezza e ristrutturazione presso un edificio scolastico. Soprattutto quando parliamo di un progetto che attende da ben cinque anni di essere realizzato, che ha attraversato un’incredibile odissea fatta di incompetenza e superficialità nella gestione di un finanziamento che avrebbe fatto gola a molti, fatta di disinformazione sullo stato di avanzamento dei lavori, fatta di ditte che accettano e poi rifiutano l’incarico per mancata stipula del contratto, fatta di disagi vissuti da bambini che hanno fatto scuola dentro un cantiere aperto. L’estate sarebbe ideale per portare a termine almeno la prima sezione dei lavori. Invece ancora una volta l’edificio delle scuole elementari di Via Umberto I resta solo, abbandonato e sventrato“.

A farlo sapere è il MoVimento 5 Stelle di Atri che si fa portavoce delle preoccupazioni dei genitori e, “con estrema urgenza, attraverso una interpellanza, chiede soluzioni concrete ed efficaci al Sindaco Ferretti nel suo doppio ruolo di massima carica responsabile dell’attuale situazione ed ex Assessore continuamente smentito nelle sue stesse promesse: ad Aprile 2018, a ridosso della campagna elettorale, aveva dichiarato in una nota stampa che l’ala nord-est della scuola sarebbe stata completata entro giugno. Ad oggi, l’avanzamento di lavori si trova ancora una volta ad un punto di stallo”.

Il MoVimento 5 Stelle di Atri, come spiega il consigliere comunale Massimiliano Concetti, “è dalla parte dei bambini ed individua nella tutela della loro incolumità un obiettivo imprescindibile in ogni società civile: vogliamo conoscere quale soluzione l’Amministrazione intenda intraprendere per la ripresa delle attività didattiche a settembre e quale destino sia riservato a questo edificio scolastico.

La questione è seria perché a fronte di ingiustificati ritardi, dei quali diverse figure tecniche e politiche hanno la responsabilità, la mancata realizzazione della messa in sicurezza dell’edificio ha precluso la possibilità di ridurre drasticamente i rischi che i nostri figli corrono in caso di terremoto nel momento in cui sono a scuola, oltre a porli in condizioni di disagio che avrebbero dovuto essere temporanee ma che si stanno protraendo fino ad una data che nessuno sembra conoscere. Un bambino entrato in prima elementare quattro anni fa rischia oggi di chiudere un ciclo scolastico in assoluto stato di precarietà. A loro si aggiungono il personale docente e non docente, costretto a dare il meglio della propria prestazione professionale in condizioni lavorative al limite della sicurezza personale e degli stessi bambini affidati all’Ente Scolastico. Ci auguriamo di non dover aspettare altri tempi biblici per avere risposte e soprattutto soluzioni”.