Questa mattina si è riunito il Comitato ristretto dei sindaci, in forma allargata, con la partecipazione anche del presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura e del primo cittadino di Giulianova Jwan Costantini e alla presenza dei direttori amministrativo e sanitario della Asl. La riunione ha avuto l’obiettivo di illustrare ai sindacati l’idea progettuale per il rilancio dei servizi sanitari in provincia di Teramo, elaborata dalla Asl.
Il direttore generale della Asl, Maurizio Di Giosia ha sintetizzato a sindaci e sindacati (erano presenti le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil, l’Anaao, la Federazione Veterinari e medici e il Nursind) il piano strategico. “Un piano che ha l’obiettivo fondamentale di creare una forte sinergia fra ospedale e territorio”, ha dichiarato Di Giosia, “con la costruzione di un ospedale nuovo che guarda ai prossimi 40 anni, altamente tecnologico e riservato solo ai casi acuti, da 500 posti letto ampliabili a 600, oltre a tre ospedali spoke, ognuno con una propria specializzazione e vocazione. Ma anche con una sanità territoriale forte, il cui perno sarà la Città della salute che sarebbe realizzata al Mazzini, se questo non sarà scelto come sede del nuovo ospedale”. La Città della salute ospiterebbe tutti i servizi territoriali con ambulatori medici, radiodiagnostica, laboratori analisi, un ospedale di comunità ma anche un centro riabilitativo e tanto altro ancora.
Un’idea progettuale su cui i sindacati che hanno raccolto l’invito al confronto di stamattina hanno espresso apprezzamento e assenso di massima, ovviamente con alcuni distinguo e una serie di suggerimenti. “Sono questi interventi che chiedevamo da tempo, ma bisogna mettere dei punti fermi, sia per gli ospedali che per la rete territoriale, si deve arrivare il prima possibile a una discussione nel merito”, ha affermato Fabio Benintendi, segretario provinciale della Cisl. ”E’ l’inizio di un percorso che ha l’obiettivo di rassicurare il cittadino rispetto alla capacità di rispondere ai bisogni di salute, peraltro su tutto il territorio provinciale”, ha aggiunto Giovanni Timoteo, segretario provinciale della Cgil. Fabrizio Truono, segretario provinciale della Uil ha poi sottolineato la necessità di “un ospedale funzionale, con una rete territoriale importante che dia risposte efficienti ai cittadini. E non bisogna abbandonare il percorso per avere un ospedale di secondo livello”.
Gabriella Marini, segretaria aziendale dell’Anaao ha ribadito la condivisione del sindacato dei medici ospedalieri al progetto: “Non è immaginabile perdere questa occasione, il Covid ha portato alla luce i problemi strutturali del nostro come di tanti altri ospedali italiani. Però il nuovo ospedale va riempito di professionalità adeguate, ci vuole più personale, medici e infermieri, altrimenti tutta questa impalcatura va a crollare. Bene anche l’interlocuzione con Cassa Depositi e Prestiti, che noi avevamo auspicato già da tempo”.
Presenti alla riunione anche due segretari aziendali della Federazione Veterinari e Medici (Fvm). “Condividiamo la posizione della direzione generale che oltre al pensare ad un improcrastinabile ammodernamento della offerta sanitaria si è occupata di ciò che resta, pensando al riutilizzo del Mazzini”, ha dichiarato Patrizia Giosuè mentre Alfredo Di Domenicantonio ha osservato “ben venga la progettazione del nuovo ospedale. L’invito è a non dimenticare il ruolo del dipartimento di prevenzione”. Alessio Febo (Nursind) ha poi osservato: “Al Mazzini lavoro da 12 anni e per esperienza diretta so che serve un ospedale nuovo, non entro nel merito del luogo, ma serve una nuova struttura e altro personale”.
Il presidente della Provincia, Diego Di Bonaventura ha dichiarato: “Oggi siamo noi che dobbiamo prendere una decisione, è una nostra responsabilità non dobbiamo avere paura di fare delle scelte; si è perso tempo a litigare sul nulla. All’Aquila saranno contenti. Il nodo è la visione strategica, lo sguardo alle dinamiche da qui a 40 anni. Il si sceglierà, c’è un incarico progettuale per valutare i diversi siti, verrà incrociato col Piano Territoriale ma è solo un aspetto. Il vero cuore è il rapporto fra rete ospedaliera provinciale e rete territoriale di servizi. Oggi rilevo un indirizzo politico unitario rispetto alla proposta che abbiamo ascoltato, facciamola conoscere meglio anche ai cittadini”.
Il sindaco di Teramo e presidente del Comitato ristretto dei sindaci Gianguido D’Alberto ha tirato le conclusioni della riunione: “Usciamo da questo incontro con una consapevolezza condivisa, manifestata in tutti gli interventi: oggi dobbiamo far fronte comune, con responsabilità e fiducia, e misurare la proposta della Asl che ha presentato un piano strategico come mai era stato fatto prima. Dobbiamo perciò misurare la forza e l’attendibilità di un percorso nuovo, che prospetta il futuro della sanità teramana per i prossimi 50 anni. Le istituzioni ed i sindacati presenti oggi rappresentano la comunità e i contributi odierni sono stati fondamentali per l‘assunzione di responsabilità, in una prospettiva strategica fondata a produrre una visione condivisa e non di corto respiro. Ci troviamo in una fase storica, in cui esiste la possibilità di ricorrere a risorse da diverse fonti; ecco perché è irrinunciabile misurarci con il progetto della Asl, in quella che dee essere considerata come la sede istituzionale e sociale nella quale tale confronto trova albergo. Siamo nel momento della decisione, nell’interesse della qualità dell’offerta sanitaria della nostra provincia. Se riusciamo a strutturare quanto emerso oggi, e cioè un patto istituzionale e sociale che abbia la forza di garantire e rappresentare tutta la filiera politica, istituzionale e sociale, saremo in grado di dare certezze ai cittadini. E’ poi ineludibile partire da una punto: rafforzare la dimensione provinciale della discussione, evitando le questioni localistiche che rischiano di condannare anche questa stagione a quella della non decisione”.