A renderlo noto è l’ANCE Teramo, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili. “Tale situazione, ormai insostenibile, sta determinando gravi ripercussioni finanziarie sulle aziende e sta alimentando una generale condizione di incertezza e sfiducia che questa Associazione non può più accettare”, si legge in una nota dell’organizzazione che rappresenta gli imprenditori teramani.
Il Consiglio Direttivo dell’ANCE Teramo ha incontrato il Presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino, “che si ringrazia, il quale, dichiaratosi disponibile, si è attivato celermente per analizzare le cause dei ritardi che pare siano ascrivibili ad alcuni problemi sulla rendicontazione dei lavori alla Protezione Civile da parte degli uffici dell’Ente. Parliamo di opere eseguite da 12/15 mesi”, afferma il presidente dell’Ance Teramo Raffaele Falone, “per le quali sono disponibili i fondi che non possono essere erogati a causa di una burocrazia lenta, farraginosa e per l’inerzia degli Uffici preposti ad adempiere alle procedure. Nel mentre le nostre imprese sono in grande difficoltà economica”.
“A fronte di aziende che per partecipare a gare di evidenza pubblica”, prosegue Falone, “debbono possedere le dovute qualificazioni, le certificazioni di qualità, ambientali e sulla sicurezza, produrre innumerevoli garanzie fideiussorie e certificati di regolarità retributiva, contributiva ed assicurativa, oltrechè onorare regolarmente le proprie maestranze, i fornitori e gli istituti bancari, la pubblica amministrazione viola la legge onorando i pagamenti non dopo 60 giorni, come previsto, ma dopo 500 giorni”.
Con particolare riferimento alle recenti elezioni amministrative, il Presidente Falone indirizza un accorato appello ai neo eletti Sindaci del cratere, “affinchè mantengano gli impegni presi nell’incontro con il Consiglio Direttivo dell’ANCE in ordine alla ‘riorganizzazione degli uffici tecnici delle stesse Amministrazioni ed all’ampliamento della loro dotazione organica per migliorare e velocizzare le istruttorie delle pratiche di ricostruzione. Il tema della Ricostruzione deve essere centrale e prioritario per il rilancio dell’economia dei nostri territori; a tal fine l’ANCE invita gli Amministratori locali a sollecitare coralmente il Governo e gli Enti preposti per accelerare il processo di ricostruzione e riportare le famiglie sfollate nelle proprie abitazioni”.
“Analogo impegno”, prosegue il Presidente Falone “viene richiesto alle Amministrazioni per il rispetto dei tempi di pagamento; la situazione sta diventando insostenibile; mentre le imprese sono chiamate a rispettare i termini contrattuali, pena l’applicazione di pesanti sanzioni, la Pubblica Amministrazione adempie ben oltre i termini di legge. Non è compito dell’Ance individuare i responsabili dei ritardi ma è compito dell’Ance lottare per accrescere la responsabilità e la sensibilità degli operatori della Pubblica Amministrazione; i dipendenti delle imprese hanno pieno diritto di ricevere regolarmente lo stipendio a fine mese, così come accade per i dipendenti della Pubblica Amministrazione; ebbene le imprese sono poste in condizione oggi, per colpa delle Amministrazioni Pubbliche, di non poter corrispondere regolarmente gli stipendi ai propri collaboratori. È giunto il momento di dire basta!”
“A ciò si aggiunga” continua il Presidente “la disposizione fiscale nota come “split payment” che prevede che le Pubbliche Amministrazioni versino direttamente all’Erario l’Iva dovuta per i lavori effettuati, mentre l’impresa continua a pagare l’imposta per l’acquisto di beni e servizi. In sostanza è come se l’impresa prestasse soldi allo Stato e per riaverli deve chiederne il rimborso attivando procedure costose e lunghissime. Si tratta di una perdita di liquidità stimata dall’Ance in circa 2,4 miliardi di euro l’anno”.
“L’ Ance”, conclude il Presidente Falone, “ritiene indispensabile riaffermare il concetto della “responsabilità politica” su quella “amministrativa”, laddove la burocrazia non è in grado di rispettare le previsioni normative ed il patto contrattuale, e programmerà, se necessario, ulteriori azioni a tutela delle proprie imprese”.