“Nel prossimo anno scolastico in pensione 151 tra docenti e personale ATA nel teramano”

La Flc Cgil Teramo fa sapere che “mentre sono ormai completate le operazioni di iscrizione nelle scuole, siamo ancora in attesa che il Ministero dell’istruzione e del merito pubblichi l’ordinanza per i trasferimenti. Una nuova convocazione è prevista per venerdì 17 febbraio 2023. Le OO.SS. hanno chiesto la revisione del CCNI mobilità per il biennio di vigenza 2023/24 e 2024/25 firmato in maniera illegittima da un solo sindacato. Le questioni aperte rimangono il superamento dei vincoli di permanenza e l’abrogazione del principio di referente unico all’assistenza nella disabilità grave – legge 104/92”.

“Intanto sono stati pubblicati i dati provvisori dei pensionamenti nelle scuole della regione Abruzzo, sono 753. Lo scorso anno scolastico in provincia di Teramo sono stati 180 i docenti e gli  ATA collocati in pensione. Per il prossimo anno scolastico 2023/24  i pensionati saranno 151 (ma il dato è provvisorio ed aumenterà sicuramente) così distribuiti:

docenti

ATA

totale

101

50

151

 

Per quanto riguarda i docenti ecco la ripartizione per ordine di scuola:

INFANZIA

PRIMARIA

SECONDARIA I GRADO

SECONDARIA II GRADO

Ins. Relig.(3) P.Educ. (2)

TOTALE

17

26

22

31

5

101

Purtroppo un sistema di reclutamento continuamente rimaneggiato non consente di avere un ordinato turnover. Molti posti non verranno rimpiazzati dai precari o dai vincitori di concorsi. Le norme sulle assunzioni sono fortemente deficitarie e spesso contraddittorie. Da anni non  si coprono i posti disponibili per le immissioni in ruolo. Insistiamo sulla richiesta di organici adeguati ai percorsi formativi delle scuole; organici pluriennali che non devono cambiare ogni anno per effetto dei tanti supplenti o per la riduzione del numero di alunni. Mantenendo gli organici stabili si potrebbero incrementare il tempo pieno e il tempo prolungato, nei quali la provincia di Teramo è fanalino di coda a livello regionale; si potrebbe ridurre il numero di alunni per classe e consentire alle scuole di ampliare  la propria l’offerta formativa”.

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