“L’omicidio di Soumaila Sacko, migrante maliano di 29 anni sempre in prima fila nelle lotte dell’Unione Sindacale di Base per i diritti sindacali e sociali dei braccianti obbliga tutte le organizzazioni della società civile ad un momento di pausa e riflessione”. A dirlo è Arci Teramo, che aderisce alla mobilitazione di protesta dopo la morte del ragazzo avvenuta ieri sera intorno alle 20.30 nei pressi di una fabbrica abbandonata lungo la Statale 18, in contrada Calimera di San Calogero, vicino Rosarno, al confine tra la provincia di Vibo quella di Reggio Calabria, mentre cercava lamiere per la baracca di un suo compagno.
“L’involuzione del confronto politico e la dilagante indifferenza verso le manifestazioni xenofobe hanno un prezzo insostenibile per un paese che continua a definirsi civile – prosegue l’associazione del presidente Giorgio Giannella – Lo sdoganamento di reflussi razzisti che hanno legittimato: respingimenti in mare, criminalizzazioni di organizzazioni non governative e accordi economici per il contenimento dei migranti con pseudo autorità statali mettono in discussione principi e conquiste sociali universali. Soumaila è stato ucciso da una delle fucilate sparate da sconosciuti da una sessantina di metri di distanza. Un tiro al bersaglio contro “lo straniero”, il nero cattivo da rispedire nel paese d’origine. Il triste seguito delle parole pronunciate dal nuovo Ministro degli Interni”.
Per queste ragioni domani alle ore 18,30, come in tutta Italia,ci sarà un presidio organizzato da USB dinanzi alla prefettura di Teramo in Largo San Matteo. Alla manifestazione aderisce anche Sinistra Italiana di Teramo, del segretario Stefano Ciccantelli.