Una relazione datata marzo 2018 e inviata all’Osservatorio indipendente sull’acqua del Gran Sasso dalla quale emergerebbe il rischio elevato di inquinamento della risorsa idrica.
E’ urgente e non più rinviabile porre in essere quelle azioni atte a garantire la sicurezza dell’acquifero. Il tutto prima che sia troppo tardi”. Sono queste le considerazioni che tramite un comunicato sono state diramate dal Consigliere regionale Leandro Bracco. Nota stampa che riguarda la assai delicata questione concernente i laboratori di Fisica nucleare che si trovano nelle viscere della catena montuosa del Gran Sasso e l’adiacente acquifero che dà da bere a oltre metà della popolazione abruzzese.
“La nostra Regione – afferma l’esponente di Sinistra Italiana – è una terra ricchissima di acqua. Ciononostante ancora moltissima strada bisognerà percorrere al fine di potere assicurarne la piena tutela. La vicenda dell’acquifero del Gran Sasso che rifornisce circa 700mila abruzzesi rappresenta un’eclatante cartina di tornasole”. “Tutt’altro che limitate – prosegue Bracco – le questioni aperte sul tema, prima fra tutte la necessità della sua messa in sicurezza.
La presenza dei laboratori di Fisica nucleare del Gran Sasso, indubbia eccellenza nell’ambito della ricerca scientifica internazionale, è portatrice di una problematica che attiene alla tutela della risorsa idrica. Troppi gli incidenti che si sono susseguiti nel corso del tempo i quali hanno evidenziato una criticità del sistema non irrilevante. Basti ricordare che poco più di un anno fa venne proibito per la quasi totalità del Teramano l’utilizzo di acqua proveniente proprio dal Gran Sasso”.
“Ora – rileva il Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza – benché siano trascorsi molti mesi da quel preoccupante episodio, non sono state adottate concrete misure di sicurezza ma anzi, di recente, si sono verificati ulteriori episodi che hanno innescato crescente timore. Le criticità d’altra parte persistono a cominciare dalla presenza di nafta pesante e trimetilbenzene, sostanze pericolosissime che sono stoccate all’interno dei laboratori”. “La collettività – evidenzia Bracco – si domanda a che punto si trovi il progetto di messa in sicurezza dell’acquifero.
All’inizio del mese di giugno è stata data notizia dell’invio all’Osservatorio indipendente sull’acqua del Gran Sasso di una relazione datata marzo 2018 che riguardava i laboratori di Fisica nucleare. Nell’elaborato sembrerebbe essere confermato il ‘rischio elevato di inquinamento della risorsa idrica’. Insomma il contesto continua a preoccupare con sempre maggiore intensità e di conseguenza non è più accettabile perdere tempo”. “I cittadini non possono essere esposti a rischi e inoltre risulta necessario – conclude Leandro Bracco – l’avvio di un ampio processo di partecipazione pubblica fondato prioritariamente sulla trasparenza”.