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Accorpamento ‘Pascal-Comi- Forti’ all’ ‘Alessandrini’ a Teramo: “è un pasticcio”

Non è stata valutata di buon grado dalla Flc Cgil Teramo l’approvazione da parte dell’assessore regionale Pietro Quaresimale del dimensionamento della rete scolastica e dell’ampliamento dell’offerta formativa.

“La legge di Bilancio 2022 aveva sancito che: “Si estende anche agli aa. ss. 2022/23 e 2023/24 la norma che prevede la riduzione da 600 a 500 del numero minimo di alunni per l’assegnazione alla scuola della dirigenza scolastica e del DSGA”. Una legge che impegnava alla revisione dei parametri per l’attribuzione della dirigenza scolastica. Un percorso previsto anche nel PNRR al punto 3.1: Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico, dove si prevede un intervento sulla riduzione del numero degli alunni per classe e sul dimensionamento della rete scolastica. I decisori politici locali, invece, si sono affrettati ad approvare un altro accorpamento: l’IIS Pascal-Comi- Forti con l’IIS l’Alessandrini”, commenta la FLC CGIL Teramo.

“Si tratta di un pasticcio che non tiene conto delle specificità formative delle singole istituzioni scolastiche, della loro offerta formativa, delle strutture scolastiche esistenti, della programmazione del sistema formativo ed educativo da assicurare nel territorio. Avevamo chiesto, inascoltati, che ci fosse, invece, una discussione di merito su questi temi che coinvolgesse le istituzioni scolastiche autonome e che partisse da quanta e quale scuola deve essere garantita agli studenti e alle studentesse, tenendo conto delle specificità e dei bisogni territoriali, delle strutture scolastiche e del sistema dei trasporti. Nulla di tutto questo è stato fatto. Si è solo sommato il numero di alunni per istituzione scolastica”.

“Addirittura, invece di applicare quanto previsto in merito nel PNRR, ci si è affrettati a approvare una legge di bilancio 2023 che peggiora le cose e che farà scendere a 35 il numero delle istituzioni scolastiche nel teramano. Lo diciamo da tempo: occorre ritornare ai parametri definiti dal regolamento sul dimensionamento DPR 233/1998 che fissava a 500 il numero minimo e a 900 il numero massimo di alunni per garantire l’efficace esercizio dell’autonomia scolastica. Ponendo una particolare attenzione alla programmazione territoriale dell’offerta formativa, tenendo conto delle aree interne, prevedendo una significativa riduzione del numero di alunni per istituzione scolastica”.

E ancora: “C’è una fretta non giustificata nemmeno dall’uso risorse del PNRR, il quale prevede un graduale percorso sul riordino del sistema d’istruzione tecnica e professionali, sugli ITS, sul dimensionamento, sul calo degli alunni, sull’orientamento e sulla dispersione scolastica. Invece, facendo una guerra che vede tutti perdenti, ci si è affrettati a diminuire intanto il numero delle istituzioni scolastiche con una previsione di ulteriori tagli. Mentre non sono previsti interventi sulla qualità del servizio e sul diritto allo studio. Eppure le risorse del PNRR dovrebbero essere finalizzate a colmare i divari territoriali e a formare le nuove generazioni! Non è in questo modo che si affrontano temi difficili quali lo spopolamento e la conseguente riduzione del numero di alunni. Lo ribadiamo, riprendendo le parole di Benjamin Franklin, “Il migliore investimento possibile è quello nella conoscenza””.