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Ricostruzione post sisma: ‘La Casa Attiva’ propone soluzioni per velocizzare i tempi

Teramo. La Casa Attiva ha raccolto diversi casi paradossali di procedure di ricostruzione post sisma che sono, come racconta l’ingegnere Emidio Delli Compagni, “caratterizzati da passaggi ridondanti, inutili, certamente dannosi per i terremotati e per la comunità e continuare a chiedere nuove leggi, nuovi finanziamenti, altro personale e nuove ordinanze non risolverà il problema se prima non si affronta a monte il problema della burocrazia difensiva co-responsabile del rallentamento del processo della ricostruzione insieme alla lunga filiera della governance che si presta al gioco dello scaricabarile. La nostra non è una battaglia contro qualcuno ma contro un modello e contro chi non vuole nemmeno dialogare per migliorarlo”. In particolare i casi fanno riferimento alle case classificate B, danno lieve: “con l’ordinanza del 6 giugno si esclude che possano essere sistemate prima, si va per ordine cronologico e sono attese 20 mila richieste solo in Abruzzo: con i tempi mappati, la ricostruzione sarà completata in vent’anni”.

L’ingegnere Delli Compagni racconta di casi con dei procedimenti burocratici lunghissimi. “L’art. 2 comma 2 del decreto legge 189/2016 (decreto sisma) impone al Commissario Straordinario da cui dipendono gli USR di provvedere anche a mezzo di Ordinanze nel rispetto della Costituzione, dei principi generali dell’ordinamento giuridico nazionale e delle norme dell’ordinamento europeo”, ricorda Delli Compagni. “Le Ordinanze del Commissario Straordinario per la ricostruzione (ad oggi emesse 81 Ordinanze) richiamano continuamente nelle premesse sistematicamente questo articolo. Nella realtà si assiste alla sistematica disapplicazione della legge 241/90 sul procedimento amministrativo che serve a tutelare i diritti dei cittadini. Il cittadino/terremotato, quindi non ha alcuna certezza circa tempi e modalità di procedura della sua richiesta“.

Per superare tutto questo “ La Casa Attiva” ha elaborato una proposta di revisione delle procedure amministrative, partendo dalla responsabilizzazione dei tecnici incaricati per la velocizzazione delle valutazioni a monte, prevedendo controlli rigorosi a valle. “Nulla di fantascientifico”, continua l’ingegnere, “basta mettere in fila quello che prevedono le norme esistenti, le nuove norme di cui al così detto “decreto sblocca cantieri” nonché la conseguente revisione ed integrazioni di alcune Ordinanze prevedendo la responsabilizzazione dei tecnici incaricati con dichiarazioni ed asseverazioni di vari passaggi e documenti, sulla base di moduli già predisposti in modo da sgravare gli Uffici speciali di diverse incombenze focalizzando l’azione di verifica su punti centrali e rigorosi controlli sostanziali. Occorre sviluppare la cultura del controllo a valle del processo non a monte altrimenti ci vorranno tempi biblici per la ricostruzione”