“Diamoci una mano a fare la differenza”. E’ stato questo il tema di un interessante dibattito sulle strategie da adottare per portare avanti il piano “rifiuti zero” che si è tenuto alla sala Buozzi di Giulianova Paese e che vede la partecipazione di alcuni Comuni della Provincia, a cominciare da Giulianova uno dei primi ad aver appoggiato il progetto che si pone come obiettivo primario l’azzeramento quasi totale della produzione delle sostanze di risulta.
A questo progetto aderiranno presto anche altri Enti, a cominciare da quelli dell’area Cirsu con Roseto che ha già fatto sapere che non si tirerà indietro. L’obiettivo è sicuramente ambizioso ma non è affatto utopistico pensare che nell’arco di pochi anni si arriverà a sfiorare quasi il 100 per cento della raccolta differenziata.
Tutto sta anche nell’educare le nuove generazioni, ad adottare comportamenti che mirano senza ombra di dubbio a non fare uso di prodotti che in qualche modo contribuiscono ad aumentare il pattume. Non a caso alla giornata informativa sui rifiuti zero sono stati invitati a partecipare alcuni studenti delle ultime classi degli istituti superiori di Giulianova.
Erano presenti il sindaco della città che ha ospitato il dibattito Francesco Mastromauro, il suo collega di Montorio al Vomano Giovanni Di Centa, il presidente del Cirsu Angelo Di Matteo, il dirigente dell’area rifiuti della Regione Abruzzo Franco Gerardini, amministratori locali e alcuni insegnanti. C’erano anche alcuni ex operai della Sogesa che sperano di rientrare nel ciclo di produzione delle attività dell’impianto tecnologico di Grasciano.
Ma quali sono le strategie da adottare per arrivare a produrre sempre meno rifiuti? La Regione a tale proposito ha avviato una campagna di informazione molto interessante, una sorta di suggerimenti o buoni consigli che ciascun cittadino dovrebbe applicare. Ecco alcuni esempi: scegliere prodotti con meno imballaggi (meno frutta, verdura, merendine imbustate o inscatolate), preferire rifornimenti alla spina di detersivi, pasta e caffè. Ormai nella grande distribuzione si va sempre più in questa direzione.
Da casa ci si porta il contenitore da ricaricare. Questo discorso vale anche per l’acqua, utilizzando quella del rubinetto di casa o delle casette che ormai si trovano in quasi tutte le città.
In questo modo si producono meno bottiglie di plastica. Incentivare inoltre gli esercenti, con la riduzione anche del 50 per cento della tassa sui rifiuti, a proporre prodotti con meno imballaggi e “ricaricabili”.
E meno rifiuti produciamo, più rispetto avremo per l’ambiente con meno discariche sui territori. Si è parlato anche di Ecosagre. D’estate vengono spesso organizzate sagre di ogni genere. Ebbene, l’idea è quella di fare in modo che gli organizzatori garantiscano una raccolta differenziata. In caso contrario gli Enti non dovrebbero rilasciare alcuna autorizzazione. Solo adottando queste strategie si riuscirebbe a raggiungere la soglia dello zero nella produzione dei rifiuti.