Varese. Un arsenale da guerra pronto per essere utilizzato per rapine a portavalori. È quanto hanno scoperto i carabinieri del nucleo investigativo di Monza durante un’operazione a Caronno Pertusella, in provincia di Varese, dove hanno arrestato 4 persone e sequestrato fucili, pistole, cartucce, giubbotti antiproiettili, silenziatori, soldi e droga.
In manette sono finiti Damiano Chiaro (24), Luciano Zaccagnino (44) e Giovanni Misso (60) e il 20enne rosetano Davide Galullo. Si tratta di uno dei giovani rosetani arrestati nel 2013 dalla squadra mobile di Teramo con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alle rapine.
Gli arresti sono scattati dopo mesi in cui i carabinieri erano sulle tracce di Giovanni Misso: 60 anni, una vita dentro e fuori dal carcere per rapina, traffico di stupefacenti e detenzione di armi. Nel 1979 l’uomo, di origine genovese, aveva ucciso un carabiniere durante un assalto a un furgone che trasportava un detenuto, che Misso e altri avevano aiutato a evadere. Condannato all’ergastolo, si era vista la pena ridotta a 30 anni ed era uscito dopo 20 anni di detenzione, continuando la sua carriera criminale. Secondo i carabinieri di Pescara, che avevano avvertito i colleghi lombardi, c’era lui dietro l’assalto a un furgone portavalori avvenuto in Abruzzo nel 2013, dopo il quale il 60enne si era reso latitante, inseguito da un ordine di custodia cautelare del gip di Pescara. Una latitanza trascorsa in Lombardia, dove aveva messo in piedi una nuova gang: i militari, che seguivano le sue mosse da tempo con pedinamenti e intercettazioni ambientali, hanno scoperto che Misso e i suoi nuovi soci si muovevano a bordo di un furgone rubato con targa falsa e gravitavano nei capannoni dismessi dell’area industriale.
Nel pomeriggio di martedì carabinieri hanno circondato il furgone avvalendosi di mezzi blindati: Galullo, alla guida, ha accennato un tentativo di fuga, ma i suoi complici hanno capito che non c’era più nulla da fare e sono scesi con le mani alzate.
All’interno del mezzo sono stati rinvenuti un fucile a pompa rubato con numerosi proiettili calibro 12, quattro pistole, tre passamontagna, tre giubbetti antiproiettile, una tanica di carburante con stoppino, adatta a bruciare il furgone in caso di fuga, un sacco pieno chiodi a tre punte per bucare i copertoni di eventuali inseguitori, un kalashnikov. Le perquisizioni sono proseguite in uno dei capannoni, di proprietà di un incensurato, arrestato per favoreggiamento: qui erano nascosti telefoni cellulari, altri giubbetti antiproiettile, caricatori per le pistole, tre walkie talkie e circa 3.500 euro e 490 franchi svizzeri in contanti.