Roseto. Nuovo sciopero alle Industrie Rolli Alimentari di Roseto dove gli operai hanno deciso di incrociare le braccia dopo che l’azienda ha deciso di avviare una procedura di esternalizzazione dei servizi legati alla logistica. Si tratta del quarto sciopero dall’estate scorsa ad oggi. In precedenza il provvedimento era stato adottato dopo che la proprietà aveva avviato un piano per il passaggio dal settore industriale a quello agricolo, con ripercussioni non proprio positive per le maestranze. Il fermo delle attività nei capannoni rosetani questa volta andrà avanti sino al prossimo 3 novembre se la direzione e la proprietà non dovessero convocare un tavolo di confronto con Rsu e maestranze.
L’azienda, senza un minimo di concertazione con Rsu e organizzazioni sindacali ha deciso di affidare a terzi alcuni servizi a partire da sabato prossimo, primo novembre. A gestire la logistica sarebbe il gruppo Di Cosimo di Montesilvano, proprietario del marchio Ceteas, azienda leader nella manutenzione e nell’affitto di carrelli elevatori, muletti e macchine simili. Cgil e Cisl contestano la procedura avviata dalla proprietà.
I sindacati avevano chiesto ad inizio ottobre un confronto che non c’è stato, sino a quando, al termine dell’assemblea dei lavoratori dello scorso 23 ottobre si è deciso per la proclamazione dello sciopero, documento approvato e sottoscritto il giorno seguente. Secondo i rappresentanti sindacali verrebbe calpestata la dignità degli operai. Anche perché sono a rischio numerosi posti di lavoro, soprattutto di chi ha un contratto stagionale. Una settantina di operai potrebbero ritrovarsi senza più uno stipendio. Chi resta, invece, potrebbe vedersi ridurre il salario di un buon 35 per cento.
L’esternalizzazione dovrebbe interessare solo il settore della logistica, ovvero sistemazione scaffali, operazioni all’interno delle celle frigorifere. Ma secondo le organizzazioni sindacali non sarebbe proprio così in quanto comunque si andrebbe ad invadere anche il settore della trasformazione dei prodotti agricoli. Insomma, così come era accaduto già l’estate scorsa, quando l’azienda avviò una procedura, poi sospesa, per il passaggio dal settore industriale a quello agricolo, i lavoratori sono stati nuovamente messi dinanzi al fatto compiuto.
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