Giulianova. Ormai l’operaio del comune che sistema le mattonelle in porfido di Corso Garibaldi, a Giulianova Paese, è diventato parte del paesaggio urbano. Infatti è storia quotidiana il fatto che la pavimentazione, pensata per un traffico “leggero”, in vista di una pedonalizzazione del corso, presenti numerosi avvallamenti a causa della rottura degli elementi in pietra, che ogni giorno cedono in punti diversi della strada.
Ma ora i lavori sono più corposi, con disagi per la viabilità e per le attività commerciali, già ampiamente penalizzate da un’idea di centro storico che non c’è. Eppure la buona volontà degli operatori privati c’è tutta, con l’apertura di nuovi negozi e locali, che sostituiscono quelli che, purtroppo, chiudono; ma non sembra che la parte pubblica riesca a fare qualcosa di concreto per rilanciare, finalmente, quello che potrebbe essere il fiore all’occhiello della città: il suo centro antico.
E così, piazza Buozzi (che tra spot colorati, “palle” e paletti scomparsi, panchine semoventi e una desolata aiuola che aspetta ancora un nuovo albero in sostituzione di quello abbattuto anni fa, è stata di fatto trasformata in un parcheggio) e Corso Garibaldi, invece di essere il salotto buono di Giulianova, sembrano strade di periferia, e lavori eseguiti pochi anni fa hanno bisogno già di manutenzioni continue, come fossero stati realizzati da secoli.
Intorno degrado, sporcizia, e una situazione sociale che rischia di esplodere da un momento all’altro. E ci viene in mente la famosa teoria delle “finestre rotte”, che sottolinea come, dove c’è degrado e noncuranza da parte delle istituzioni, il degrado aumenterà sempre di più, mentre dove la città è curata ed è forte la presenza delle istituzioni, anche i cittadini sono più propensi a custodire gli ambienti in cui vivono e lavorano.
Il degrado, purtroppo, porta altro degrado, e forse sarebbe il caso, oltre che cambiare le mattonelle in porfido rotte, di ripensare finalmente il centro storico, rispolverando il piano colore e rivedendo il piano particolareggia, applicando politiche sociali adeguate, riportando i cittadini in luoghi diventati il regno di pochi e restituendo Giulianova Paese a tutta la città.