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Trivelle in Abruzzo: ora ad essere minacciata è anche la costa da Martinsicuro a Silvi

Teramo. L’assalto delle multinazionali del petrolio al mare continua e questa volta tocca al tratto antistante la costa dell’intera provincia di Teramo.

 

 

A lanciare l’allarme è il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, che parla dell’esistenza di una itanza, presentata da Enel Longanesi Developments per il tratto di costa tra Martinsicuro e Silvi.
La domanda per la ricerca di idrocarburi copre infatti ben 69.530 ettari; una superficie. per dare un’idea, vasta più di un terzo dell’intero territorio della provincia.
Per il Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua “è l’ennesima dimostrazione che si sta svendendo letteralmente il mare senza alcuna considerazione per le potenziali conseguenze devastanti di incidenti che sono all’ordine del giorno nell’industria estrattiva. L’Adriatico ha una vulnerabilità enorme sia dal punto di vista ambientale, essendo un mare chiuso, sia dal punto di vista socio-economico, visto che una larga parte dell’economia è basata sul turismo.

Il Governo considera di interesse strategico nazionale pozzi e trivelle e ignora viti e olio, pesca, paesaggio costiero e turismo. Renzi destina l’Abruzzo, sia la terraferma che il mare, verso la deriva petrolifera e la sua economia sporca e decadente. Il Decreto “Sblocca Italia – Italia fossile” è il colpo di maglio finale nella strategia delle multinazionali petrolifere per conquistare enormi territori.
Per contrastare questo provvedimento saremo in piazza Montecitorio assieme con tanti altri comitati nazionali nella campagna “Blocca lo SbloccaItalia” i prossimi mercoledì 15 e giovedì 16 ottobre (gli abruzzesi sono invitati a partecipare soprattutto il 15). Invitiamo i cittadini a mobilitarsi con i comitati contro queste decisioni per assicurare un futuro pulito alla regione”.