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Acqua del Gran Sasso: per l’Osservatorio la messa in sicurezza dell’acquifero è troppo lenta

Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 8 settembre, i rappresentanti dell’Osservatorio Indipendente sull’Acqua del Gran Sasso (promosso da WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d’Italia – GADIT, FIAB, CAI e Italia Nostra) hanno incontrato il Commissario straordinario per la messa in sicurezza del sistema Gran Sasso, Professor Corrado Gisonni, negli uffici della struttura commissariale a L’Aquila.

“La struttura commissariale”, fa sapere l’Osservatorio in una nota, “è praticamente completa con il personale individuato e sta operando negli uffici messi a disposizione dalla Regione Abruzzo a L’Aquila. Anche la sede di Roma dovrebbe concretizzarsi a breve. Sono in corso le attività finalizzate alla definizione di tutto il sistema di captazione delle acque del Gran Sasso e del suo stato di manutenzione. Il quadro conoscitivo sarà pronto per la fine dell’anno. In questi giorni si sta procedendo ad ispezionare una serie di canali principali di raccolta che ad oggi, incredibilmente, non erano mai stati investigati. Prima del quadro conoscitivo completo non è possibile pianificare interventi di messa in sicurezza definitiva”.

E ancora: “Nelle prossime settimane, a causa delle verifiche sulla sicurezza delle gallerie programmate nell’ambito del Piano di sicurezza autostradale, si dovrà procedere al lavaggio delle stesse per consentirne l’analisi. Ciò potrebbe comportare problemi alla qualità dell’acqua per l’interferenza delle gallerie con i punti di captazione delle acque destinate alla distribuzione. Al fine di evitare la messa a scarico dell’acqua è stata programmata una fase sperimentale in porzioni di impalcato della galleria non a diretto contatto con l’acqua di falda che il Commissario auspica possa essere avviata già nel mese di settembre”.

“Il Commissario non è a conoscenza di ipotesi di rinvio degli interventi di allontanamento delle sostanze pericolose dai Laboratori sotterranei INFN del Gran Sasso che”, ricorda l’Osservatorio, “dovrebbero concludersi entro il 31 dicembre 2020. La struttura commissariale ha ora un sito web per la trasparenza”.

L’Osservatorio ribadisce l’apprezzamento per la disponibilità al confronto del Commissario Gisonni, “una disponibilità mai registrata finora in nessuna altra istituzione che negli ultimi 20 anni ha gestito la problematica dell’acquifero del Gran Sasso. Non si possono però al contempo tacere la profonda delusione e la rabbia per la lentezza con cui procede la messa in sicurezza. È vergognoso che a distanza di 20 anni da quando le associazioni ambientaliste denunciarono lo stato di pericolo in cui versa la più grande risorsa idrica d’Abruzzo ancora non vi sia il quadro conoscitivo del sistema di captazione e distribuzione. È necessario ribadirlo ancora una volta: se nessuno è in grado di smentire il Commissario affermando che questo quadro in realtà già esiste, vuol dire che siamo di fronte ad una gravissima responsabilità in capo a tutti gli organi nazionali e regionali, compresa la precedente esperienza commissariale, susseguitisi in questi due decenni senza fare la cosa essenziale che deve essere fatta quando si vuole risolvere un problema: studiarlo nel dettaglio. In quest’ottica, peraltro, non si comprende più su cosa siano basate le ipotesi di intervento messe a punto dalla commissione regionale presieduta dall’allora vicepresidente regionale Lolli”.

Per l’Osservatorio, “dopo tutti questi anni, è necessario agire in fretta e bene. La ricostruzione del sistema di captazione e del suo stato di manutenzione è fondamentale per capire dove e come intervenire, così come è altrettanto fondamentale che i Laboratori siano svuotati di tutte le sostanze pericolose per l’acquifero nel più breve tempo possibile senza concedere ulteriori proroghe”.