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Pineto, i commercianti chiedono sconto del 30% sulla Tari

Pineto. Sono passati quasi dieci giorni dall’incontro che l’amministrazione comunale ha tenuto, al Polifunzionale, sull’argomento ‘Tari’. “Albergatori, balneatori e commercianti”, scrive in una nota l’Associazione pinetese dei commercianti, “esortano gli amministratori civici a lavorare insieme affinché si possano limitare i danni economici scaturiti dall’emergenza sanitaria coronavirus”.

“La minor presenza turistica, unitamente alla comprensibile diffidenza dei concittadini nel frequentare bar, ristoranti e negozi, certamente non incoraggiano la ripresa dopo la chiusura delle attività produttive durata più di due mesi. A questo punto, oltre ai prestiti bancari garantiti dallo stato, che se ben utilizzati serviranno per far fronte ai pagamenti relativi a forniture di merce rimasta invenduta, si potrà sperare in un aiuto concreto dal governo locale? Il prestito bancario che equivale ad ulteriore debito da restituire sommato alle tasse comunali, vedi Tari da pagare comunque anche per i mesi di Marzo Aprile Maggio, periodo nel quale diverse attività sono state chiuse da Dpcm senza aver prodotto rifiuti, procurano notevole preoccupazione circa le possibilità di andare avanti”.

E ancora: “Dopo che da diversi anni le tre associazioni chiedono l’abbassamento della tariffa, il dirigente e l’assessore dell’area ambiente si sono semplicemente limitati a promettere uno sconto del 10% da confermare, dopo verifica di disponibilità finanziaria, a fine anno”.

Scontente dell’esito dell’incontro, le associazioni chiedono che “la tassa sia rivista in toto e che per questo anno venga scontata almeno del 30%. Da una minore uscita da parte delle attività produttive, potrebbe scaturire una maggiore iniziativa a favore di investimenti e assunzioni che favorirebbero la ripresa dei consumi per una economia sociale adeguata. Si attende una controproposta del palazzo nel più breve tempo possibile. Questo servirà per dare sollievo alle casse delle attività produttive e anche per ristabilire un equilibrio fiducioso tra ente pubblico e privato”.