Scuola: la Flc Cgil Teramo aderisce allo sciopero dell’8 giugno

Teramo. Sciopero per lunedì 8 giugno 2020: è quello organizzato dai maggiori sindacati della scuola a cui anche la FLC CGIL di Teramo parteciperà per rivendicare la necessità di più risorse da destinare all’istruzione rispetto a quelle previste dall’ultimo decreto.

 

“Il personale ha dato in questi mesi una grande prova di responsabilità, senso civico, passione per il proprio lavoro”, scrivono i sindacati in una nota, e “non possono essere queste le uniche risorse su cui far conto, è il momento che chi ha la responsabilità di governare il Paese faccia fino in fondo la sua parte”.

In provincia di Teramo i numeri parlano chiaro. “A fronte di una variazione del numero di alunni che da 39449 del corrente anno scolastico passeranno a 39052 per il prossimo anno scolastico 2020/21, con una riduzione di 397 alunni, gli organici dei docenti sono rimasti sostanzialmente invariati con 4018 unità (3387 docenti e 631 insegnanti di sostegno). Non basta per una didattica adeguata ai tempi”. A questo si aggiungono i problemi relativi “alla mancata stabilizzazione dei precari e alla girandola di supplenze (se ne prevedono almeno 450), che avranno effetti negativi sul sistema formativo provinciale. Invece ci sarebbe bisogno di risorse adeguate in un momento particolarmente delicato”.

E ancora: “Occorre un piano d’investimenti rilevante per consentire la ripresa in sicurezza delle attività didattiche, per ridare a istruzione e formazione la dovuta centralità nelle scelte politiche; perché il superamento dell’attuale emergenza, con un ritorno in piena sicurezza alle attività in presenza, segni, anche per il sistema scolastico, un momento importante di rinnovamento e di crescita utile all’intera comunità. Invece, il Ministero dell’istruzione non ha dato nessuna disponibilità per un potenziamento degli organici del personale docente e ATA, la cui necessità è resa evidente dai contenuti del documento con cui il Comitato Tecnico Scientifico indica le misure indispensabili per un riavvio in sicurezza delle attività in presenza, fissando parametri di distanziamento che imporranno un’articolazione del lavoro su gruppi ridotti di alunni. Tale documento ha reso ancor più evidente l’insufficienza delle risorse destinate al sistema d’istruzione per fronteggiare l’emergenza. Per consentire di far fronte all’accresciuto fabbisogno di docenti e collaboratori scolastici, oltre che alla necessaria dotazione di materiali igienico sanitari e di dispositivi per la protezione individuale per alunni e personale, occorre infatti prevedere un loro sostanzioso incremento. Se davvero si vuol tornare in sicurezza alle attività in presenza, non bastano piccoli aggiustamenti, servono investimenti straordinari”.

Occorre garantire il rigoroso rispetto del limite di 20 alunni per classe in caso di presenza di allievi con disabilità, rivedere i parametri per il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, provvedere alla messa in sicurezza degli edifici. Tutto ciò si aggiunge alla mancata attuazione degli impegni che avrebbero consentito a molti precari con almeno tre anni di servizio una stabilizzazione del rapporto di lavoro già il prossimo settembre.

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