Omicidio Jason, ricorso alla Corte Europea per “interrogatorio-tortura”

jasonTeramo. Su di lei (così come sul marito Denny Pruscino) pesa una richiesta di ergastolo del pm Cinzia Piccioni per la morte del figlio Jason, intanto però l’avvocato Vincenzo Di Nanna ha deciso di fare ricorso alla Corte di Strasburgo perché la donna sarebbe stata sottoposta a Teramo ad un “interrogatorio-tortura”.

 

Secondo il legale infatti, che diffonde a mezzo stampa anche stralci dell’interrogatorio davanti ai pm Cinzia Piccioni e Carmine Pirozzoli, la donna sarebbe stata costretta a mimare “la condotta omicidiaria del marito” attraverso l’uso di un bambolotto.

“La scena di una madre (affetta da ritardo mentale) chiamata a mimare con l’utilizzo di un bambolotto la condotta omicidiaria materialmente posta in essere dal padre in danno del figlioletto – afferma Di Nanna – ricorda quella di un film sugli interrogatori tenuti dalla Santa Inquisizione”. Questi i fatti contenuti all’interno del ricorso inoltrato oggi alla Corte Europea dei diritti dell’uomo: “Il giorno 20 novembre 2011, nel corso delle indagini preliminari, l’accusata è stata sottoposta ad interrogatorio da parte dei Pubblici Ministeri procedenti (dottori Cinzia Piccioni e Carmine Pirozzoli), i quali, senza alcun preavviso e senza neppure interpellare il difensore – racconta proprio il legale della donna – hanno unilateralmente deciso di far mimare alla povera indagata, la condotta omicidiaria materialmente posta in essere dal coimputato Denny Pruscino, tramite l’utilizzo di un bambolotto”.

La scena descritta di seguito, registrata con sistema audio-video, si è svolta, come ha spiegato Di Nanna, all’interno della Casa Circondariale di Teramo, “sul territorio della Repubblica Italiana che è compreso nell’Unione Europea, ma ricorda in tutto e per tutto altre scene, di film che rievocano gli interrogatori tenuti dalla Santa Inquisizione. Palese è allora, a giudizio del ricorrente, la violazione dell’art. 3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo, considerato che la peculiare “procedura” d’interrogatorio, equiparabile ad una vera e propria tortura per le sofferenze arrecate all’indagata, ha certamente cagionato grave pregiudizio, non solo alla salute mentale già compromessa, ma anche una sicura e gratuita offesa alla sua dignità umana”.

Il processo a carico dei due genitori riprenderà il prossimo 21 maggio. Pruscino e la Reginella sono a processo in Corte d’Assise a Macerata per l’omicidio e l’occultamento del cadavere del piccolo Jason, il bimbo nato da un’altra relazione avuta dalla donna. Il neonato è scomparso nel nulla due mesi dopo la nascita, nel giugno 2011. Il suo corpo non è mai stato ritrovato.

L’INTERROGATORIO

P.M. Piccioni: adesso Katia, stai tranquilla un attimo, tu ripensa bene, anche se è doloroso per te quel ricordo.

Reginella Katia: è doloroso si!

P.M. Piccioni: noi ti diamo un bambolotto perché pare che qui in carcere ne hanno uno.

Katia Reginella: si

P.M. Piccioni: così tu ci puoi rappresentare che cosa ricordi, come è stato preso questo bambino, se dai fianchi … va bene possiamo provarci?

Katia Reginella: si

……..

Katia Reginella: io non voglio fare Denny.

P.M. Piccioni: però quello devi fare

Katia Reginella: va beh dai!

Nel corso dell’orribile esperimento istruttorio, l’accusata, costretta a rivivere il trauma sofferto a seguito dell’uccisione del figlio, è stata colpita da un malore, in conseguenza del quale i Pubblici Ministeri sono stati costretti a sospendere l’interrogatorio – tortura.

Reginella Katia: “perché mi inizia a far male la testa”

P.M. dott. Pirozzoli: “Sospendiamo 5 minuti”.

 

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