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Traffico di rifiuti speciali: carabinieri del Noe arrestano 5 persone e sequestrano impianto a Mosciano

Mosciano.Traffico illecito di rifiuti e illecita concorrenza. Sono i reati, amplificati dall’associazione a delinquere, contestato a cinque persone, un imprenditore, alla moglie e a tre dipendenti della stessa azienda di Mosciano.

Questa mattina di carabinieri del Nucleo Ecologico di Pescara, a culmine di un’indagine, hanno arrestato cinque persone con il sequestro di un impianto di stoccaggio dei rifiuti a Mosciano. L’applicazione delle misure cautelari è figlia di un provvedimento del Gip del tribunale de L’Aquila, Giuseppe Romano Gargarella su richiesta del sostituto procuratore della direzione distrettuale antimafia, David Mancini. L’indagine, partita nel 2011, riguarda la raccolta il trasporto e lo stoccaggio di olio vegetale esausto effettuato, secondo gli inquirenti, 

in maniera irregolare con conseguenti notevoli profitti per gli indagati e consistenti perdite economiche per le ditte concorrenti. Gli indagati, così come emerso dall’inchiesta dei carabinieri del Noe, avrebbero creato una vera e propria associazione a delinquere. Il titolare della società di Mosciano, era il capo dell’organizzazione e avrebbe messo a disposizione la propria struttura per le gestione e lo stoccaggio, irregolare, del rifiuto speciale. Nell’organizzazione c’era anche la moglie, collaboratrice aziendale, che invece si sarebbe occupata materialmente di redigere formulari con dati falsi, sul piano delle gestione dei rifiuti, che corretta invece non era.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti, la condotta scorretta dell’aienda moscianese avrebbe causato, alle attività concorrenti, un danno annuale di 200mila euro, che poi sarebbe la cifra corrispondente alle quantità di minori olii esausti raccolti, materiale che poi dopo essere lavorato viene immesso sul mercato per la produzione di biodisel.

A pagare le conseguenze di questo modus operandi erano società del settore, sia in Abruzzo (nelle province di Teramo e L’Aquila), ma anche nelle vicine Marche. Nei due anni di indagine, i carabinieri hanno raccolto molte prove documentali, su episodi di sottrazione indebita o fraudolenta di olio esausto da esercizi commerciali e di ristorazione, le cosiddette campane dove viene raccolto il rifiuto speciale sia in spazi pubblici che privati.

Con tali Comuni ed esercizi le ditte concorrenti avevano stipulato contratti esclusivi per la raccolta del rifiuto il cui ritiro avveniva dietro riconoscimento di un compenso pari a circa 150 euro a tonnellata. Diversi sarebbero anche gli episodi anche inqietanti messi in atto dal titolare dell’azienda e dei suoi dipendenti nei confronti delle ditte concoorrenti: sabotaggi, pedinamenti, trancio delle valvole dei pneumatici, furto delle chiavi del mezzo, sempre al fine di impedire un regolare svolgimento della loro attività.

Durante le indagini, i carabinieri del Noe hanno anche sequestrato un’agenda sulla quale i componenti dell’organizzazione, annotavano, con segni convenzionali, i luoghi dove venivano commessi i furti dell’olio esausto. Il titolare della ditta è stato richiusa in carcere,mentre la moglie e i dipendenti coinvolti nell’inchiesta sono stati ammessi agli arresti domiciliari.