Giulianova. Tracciabilità del pescato, normative sui controlli, valorizzazione del prodotto a chilometro zero, identificazione del pesce e contenimento del fenomeno delle importazioni di pescato straniero attraverso la lavorazione sperimentale a bordo del pescato locale.
Sono alcuni dei temi delle due giornate di formazione sul pesce “italiano”, con riferimento particolare al pescato nell’Adriatico, promosse da Coldiretti Impresa Pesca e Ue Coop di concerto con il Ministero alle politiche agricole, alimentari e forestali nell’ambito del programma nazionale triennale della Pescara e dell’acquacoltura 2013-2015.
La prima giornata si è svolta questa mattina a Giulianova Lido alla presenza di una trentina di imprenditori ittici, cooperative e ristoratori. Sono intervenuti tra i relatori, Vincenzo Vecchioli e il responsabile nazionale di Coldiretti Impresa Pesca Tonino Giardini, oltre al direttore di Coldiretti Teramo Massimiliano Volpone.
Domani, al Porto turistico di Pescara (ore 10.30, sala convegni Ristorante da Franco), alle ore 10.30, il secondo focus group in cui emergeranno le principali problematiche di un settore che incide non poco sull’economia regionale, ma che necessita di moltissima attenzione. La branca della pesca e dell’acquacoltura presenta infatti in Abruzzo, un valore della produzione di 51,3 milioni di euro (dati 2012) e un valore aggiunto di 19,8 milioni di euro, pari ad consumo del 61,5%, (tra i più alti di Italia).
Un settore da conoscere e valorizzare, con tante potenzialità ancora da sfruttare. L’incontro di domani – rivolto a imprese ittiche, veterinari, capitaneria di porto e associazioni di commercio e consumatori – sarà infatti sulla tracciabilità e l’identificazione dei prodotti ittici sia della pesca sia dell’acquacoltura, che impongono una serie di adempimenti su detenzione a bordo, sbarco, trasbordo e di prima cessione o vendita del prodotto della pesca. Ma non solo. Si parlerà anche di come contribuire a migliorare il posizionamento del pesce nazionale sul mercato e alle strategie di vendita capaci di integrarsi con l’intensa attività della vendita diretta a “filiera corta”, già promossa da Coldiretti con il prodotto agricolo mediante la rete dei mercati, punti vendita, Botteghe di Campagna Amica.