Alba Adriatica, Hotel Kent: Tar rigetta ricorso della proprietà per cambio di destinazione d’uso

hotel kentAlba Adriatica. Rigettato il ricorso della proprietà dell’Hotel Kent, storica struttura alberghiera del lungomare nord di Alba Adriatica, chiusa da anni, almeno per quanto concerne l’attività ricettiva.

 

La proprietà dello stabile, infatti, aveva chiesto attraverso un ricorso al Tar l’annullamento del cosiddetto piano alberghi (l’impossibilità di trasformare gli alberghi in edifici residenziali, se non tornando agli indici di piano previsti per la zona), e del diniego al rilascio della concessione edilizia (abbattimento dello stabile e ricotruzione ex novo), oltre al risarcimento del danno pari a 6 milioni di euro.

I giudici del Tar, però hanno rigettato tutte le richieste del proprietario dell’immobile, che a dire il vero aveva già presentato, nel 2004, un accordo di programma che prevedeva il cambio di destinazione d’uso dello stabile, senza modifica della sagoma, con opere a beneficio dell’ente (otto alloggi per l’edilizia popolare) Operazione che però non si concretizzò per varie ragioni, anche perchè il piano d’intervento non ottenne il placet da parte della Provincia. Nel frattempo, l’amministrazione comunale ha approvato la variante urbanistico per la riqualificazione e potenziamento del settore turistico-ricettivo e lo stesso titolare della struttura, ha presentato una richiesta di concessione edilizia che prevedeva l’abbattimento dello stabile, oramai vetusto con la costruzione di un nuovo edificio. Concessione che era stata bocciata dal Comune.

Il ricorso, però, è stato rigettato dai giudici del Tar de L’Aquila, che hanno disquisito sopratutto sugli aspetti di natura normativa del piano alberghi.

“Si tratta di prescrizioni rientranti nell’ambito di scelte di merito che l’amministrazione locale può imporre nell’esercizio dei suoi poteri”, si legge nel dispositivo, ” in tema di pianificazione del territorio e di programmazione urbanistica. Scelte queste sindacabili dal giudice amministrativo soltanto se si dimostra che tali decisioni siano inficiate da palesi errori di fatto o da abnorme e grave illogicità.

Al contrario, la scelta effettuata dal Comune di incentivare con una disciplina premiante il mantenimento e la riqualificazione delle strutture ricettive appare coerente e logicamente in linea con l’obiettivo che l’amministrazione si è prefissa con l’adozione dello strumento urbanistico: sostenere e promuovere l’economia di una città votata prevalentemente al turismo estivo.
Le prescrizioni, dunque, lungi dal costituire un vincolo di immodificabilità assoluta della destinazione d’uso ricettivo-alberghiera, sono espressione del potere dell’ente locale di pianificazione del territorio, in vista anche del perseguimento di una politica di tutela, promozione e sostegno all’economia locale”.
Il giudizio amministrativo chiude la vicenda Kent, da un punto di vista strettamente urbanistico. Resta, però, irrisolto il nodo dell’edificio, che al piano terra ospita un’attività di ristorazione, decadente e che mai si staglia con la zona, praticamente a ridosso della riviera.

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