Ieri mattina Squeo ha voluto dimostrare che i fondali si ripopolano anche laddove la pesca è consentita, rilasciando in mare alcuni cavallucci marini che erano finiti nelle sue attrezzature da pesca.
“Veniamo discriminati ingiustamente”, puntualizza l’armatore che da anni conduce anche una battaglia per la tutela dei fiumi, considerati il principale problema legato all’inquinamento, “gli ambientalisti dovrebbero andare a controllare tutti gli scarichi inquinanti che si riversano nei fiumi e non criminalizzare chi in mare ci lavora”.
E la dimostrazione è l’ammasso di legno, foglie e immondizia marcia che il fiume Tordino ha trascinato ieri sulle coste meridionali di Giulianova (CLICCA e LEGGI).
Squeo ha concluso con un appello: “Noi siamo pronti ad un confronto con tutte le parti in causa e condividiamo la proposta della Regione di valutare l’ipotesi di riaprire ad una pesca delle vongole all’interno dell’Area Marina Protetta del Cerrano”.
Intanto, nei prossimi giorni una vongolara del Cogevo riprenderà il largo con a bordo i tecnici dell’istituto zooprofilattico. Verranno eseguiti dei prelievi a campione, nel tratto compreso tra le foci del fiume Vomano e il torrente Salinello per verificare se il novellame, la cui presenza sui fondali era stata accertata nello scorso periodo invernale, abbia raggiunto le giuste dimensioni per essere pescato e quindi commercializzato. Se il responso sarà positivo, dal 2 maggio le vongolare del Cogevo dovrebbero riprendere il largo.