Castagneti minacciati dal cinipide: Crognaleto punta il dito contro la Regione

Crognaleto. I castagneti italiani stanno scomparendo. Tutta colpa di un vero e proprio killer, conosciuto con il nome di “Cinipide galligeno del castagno” che, nell’anno appena trascorso, “annus horribilis per la castanicoltura italiana, ha portato al crollo della produzione nazionale al di sotto dei 18 milioni di chili, con tagli del 70 per cento rispetto agli anni precedenti (con un minimo di 50% e punte fino al 95%).

Il pericoloso parassita non risparmia, ovviamente, l’Abruzzo e, nella provincia di Teramo interessa comuni come Campli, Civitella del Tronto,Valle Castellana, Rocca Santa Maria,Torricella Sicura, Cortino e Crognaleto.

“Il Cinipide” spiega allarmato il sindaco di Crognaleto, Giuseppe Alonzo “ha compromesso grandemente la produzione di castagne e se in tempi diversi con un ettaro di castagneto si riuscivano a produrre anche 30 quintali di marroni, oggi non si arriva neanche a 4 chili. Una vera e propria débâcle economica oltre che ambientale per i tanti castagnicoltori che, con ben 200 ettari di castagneti, lavorano nei nostri territori e mantengono viva una importante attività produttiva. I danni provocati dal Cinipide nei nostri territori sono tanti e tali da imporre misure efficaci e immediate” aggiunge il primo cittadino.

“La lotta biologica per salvare i nostri castagneti secolari passa anche per la Legge organica in materia di tutela e valorizzazione delle foreste, dei pascoli e del patrimonio arboreo della regione emanata solo un paio di mesi fa che. nella definizione di bosco. inserisce i castagneti da frutto e poi aggiunge: ‘La Regione riconosce ai castagneti un ruolo fondamentale per la stabilità idrogeologica del territorio, per il valore naturalistico degli ecosistemi, per le qualità del paesaggio, per l’economia delle aree montane interne‘. Questo importante riconoscimento legislativo è stato ottenuto grazie al ‘pressing’ esercitato da piccoli comuni come Crognaleto per portare la Regione ad azioni concrete in favore dei progetti di lotta biologica.

Qualcosa si è fatto in passato, e complessivamente dal 2011 al 2013 sono stati effettuati 47 lanci di Torymus sinensis Kamjio, un insetto nemico naturale del Cinipide nelle zone della Valle Rovereto e della Valle Castellana in provincia di Teramo, ma queste azioni ancora non bastano. I lanci anti-cinipide dovrebbero essere molti di più e si dovrebbe pensare a un sostegno per far fronte alle difficoltà dei produttori.

Cosa ha in programma di fare la nostra Regione per l’anno in corso? Niente! Non ci sono fondi stanziati, non esistono programmi di intervento fitosanitario, non c’è nessuna volontà di affrontare nel prossimo futuro un problema che è diventato vera emergenza per i nostri produttori”.

 

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