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Teramo, anche Salvatore Parolisi tra gli studenti della scuola agraria

Teramo. Tuta, scarpe da ginnastica e fede al dito a fare da cornice ad un volto scavato dalla vita carceraria ed ad una figura comunque più magra rispetto alle ultime apparizioni. Così è apparso ieri Salvatore Parolisi durante il convegno su «Agricoltura, Alimentazione e Ambiente» che ha portato, all’interno del carcere di Castrogno, alcuni dei ragazzi dell’Istituto Agrario “Rozzi”. Sì, perché l’ex caporalmaggiore, da ormai un anno, segue i corsi della scuola teramana.

«Un modo per non pensare», come ha raccontato lui stesso qualche tempo fa, un modo per distrarsi e stare comunque in compagnia. E con gli altri detenuti che siedono vicino a lui, Parolisi ride, scherza, si lascia coinvolgere, salvo poi scegliere di mettersi in un angolo e non farsi riprendere dalle telecamere, quando il convegno organizzato dalla scuola agraria ha inizio. «E’ uno studente curioso e attento – fa sapere la preside Silvia Manetta – Tra noi, così come con gli altri detenuti, c’è molto affetto». A quasi due anni dall’inizio dei corsi di agraria anche all’interno della casa circondariale di Teramo, il rapporto tra professori e detenuti si è ormai consolidato. «E’ un progetto che continuerà anche l’anno prossimo – spiega il professore Silverio Pachioli – Alcuni detenuti sono molto interessati e magari provengono proprio dal mondo dell’agricoltura, altri vengono a lezione solo per impiegare il tempo». Un progetto fortemente voluto anche da Elisabetta Santolamazza, capo-area trattamentale del carcere, che ha fatto nascere, all’interno di Castrogno, un vero e proprio orto da poter coltivare. «E’ un progetto utile ai detenuti, ma anche agli insegnanti, che non conoscevano questa realtà – spiega la dottoressa Santolamazza – Saranno gli studenti ad insegnare ai detenuti come coltivare la terra».