Teramo. Per la morte del pensionato di 73 anni, spirato al pronto soccorso dopo un attesa di 5 ore per una visita, la procura della Repubblica di Teramo ha indagato tre persone (medici e infermieri di turno) per omicidio colposo.
Il Pm Luca Sciarretta punta a far luce sul caso di morte sospetta: in particolare, vuole capire se debba addebitarsi il decesso alla negligenza medica o meno. All’inchiesta giudiziaria corre parallela quella interna disposta dal direttore generale della Asl di Teramo Paolo Rolleri. L’autopsia prevista per oggi vedra’ al lavoro due anatomopatologi: quello della Asl, Gina Quaglione, e quello nominato dalla procura Cristian D’Ovidio.
L’anziano era giunto in ospedale venerdi’ scorso alle 19. Una giornata convulsa per medici ed infermieri per la calca di pazienti da visitare. I sintomi manifestati dal 73enne al suo arrivo al ‘Mazzini’ erano dolori addominali, vomito ed altri sintomi per i quali attendeva di essere visitato. Il paziente e’ poi deceduto sulla barella mentre aspettava il suo turno.
La reazione del Nursind. In giornata è arrivata anche la reazione del sindacato degli infermieri. “Comprendiamo perfettamente il clamore causato dal decesso e riteniamo si tratti ancora di un caso di inadeguatezza nell’organizzazione del lavoro presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Teramo, oltreché di carenze organiche! Le spese, purtroppo ed ancora una volta, le fa il paziente e naturalmente il personale. Speriamo di cuore che i risultati degli accertamenti sul paziente e sulla circostanza dimostrino si tratti solo di una triste, malaugurata, ma inevitabile morte, anziché di un caso di malasanità … Anche perché non vorremmo che ancora una volta, alla fin fine, si tenti di scaricare le responsabilità sull’anello più debole della catena: l’infermiere! Perché, qual’ora si dimostrasse che ci fosse una qualche responsabilità del collega, ci preme sottolineare che da molto tempo segnaliamo come persistano situazioni di carenze organiche, ma onestamente anche di disorganizzazione. Riteniamo ed insistiamo sulla necessità che in Pronto Soccorso a Teramo, e nel resto della provincia, siano create le condizioni per le quali il paziente, che giunga al servizio con mezzi propri (a volte questo sollecito è necessario perfino per i pazienti che arrivano in autoambulanza), venga immediatamente ‘triagiato’ (valutato) attraverso la rilevazione dei parametri vitali necessari al suo specifico sospetto clinico, realizzando così un inquadramento immediato del paziente fondato su dati oggettivi e non solo sulle impressioni o sugli elementi riferiti dal paziente stesso. Questo consentirà di prevenire molte situazioni critiche ed anche l’attuazione del ben più rapido avvio di esami diagnostici, che potranno precisare meglio la situazione, senza dover aspettare che il primo paziente già in carico in uno degli ambulatori sia dimesso, dopo tutti i passaggi necessari all’iter, ovvero inviato a visita specialistica o a ricovero”.
L’autopsia lascia punti interrogativi. L’esame autoptico effettuato oggi pomeriggio dall’anatomopatologi Cristian D’Ovidio e Gina Quaglione non ha chiarito le cause della morte del 73enne, ma si parla di insufficienza cardiorespiratoria finale. Il medico legale ha escluso altre complicanze se non quelle di probabile origine cardiaca. Per meglio confermare le cause del decesso, D’Ovidio ha prelevato gli organi dell’uomo che verranno immersi nella formalina per attendere la cosiddetta “fissazione” a seguito della quale si potra’ predisporre l’esame istologico. Oltre all’inchiesta giudiziaria e’ scattata anche quella interna alla Asl che ha nominato un proprio patologo che ha effettuato l’esame autoptico.