Si tratta di “Miriam López (Messico), falsamente implicata in reati di droga, torturata e violentata nel 2011 dai militari e ancora in attesa di giustizia. Jabeur Mejri (Tunisia), condannato a sette anni e mezzo di carcere per aver pubblicato su Facebook contenuti giudicati “offensivi per l’Islam e i musulmani”. Ihar Tsikhanyuk (Bielorussia), attivista per i diritti umani delle persone gay, lesbiche, bisessuali, transgender e intersessuate, perseguitato, minacciato e picchiato dalla polizia. Eskinder Nega (Etiopia), giornalista condannato a 18 anni di carcere per “terrorismo”, solo per aver criticato il governo in articoli e discorsi pubblici. Yorm Bopha (Cambogia), un’attivista per il diritto all’alloggio che ha trascorso oltre un anno in carcere per aver preso le difese di una comunità sgomberata con la forza; posta in libertà provvisoria il 22 novembre, è in attesa di una nuova udienza”.
Nell’edizione 2012 di “Write for Rights” le firme raccolte in Italia sono state 82mila in due settimane (un milione e mezzo nel mondo) e grazie a queste pressioni sono stati raggiunti importanti risultati.